Aidit Campania, il grido d’allarme del presidente Foà

18 Marzo 12:01 2020 Stampa questo articolo

Con la pubblicazione del decreto cura Italia in Gazzetta Ufficiale, arriva tempestiva in redazione la lettera di Cesare Foà, presidente di Aidit Campania.

“Abbiamo atteso tutti un decreto che doveva portare grosse novità: così non è stato – si legge nella missiva – Il governo sicuramente ha altre priorità a cui deve dare risalto per la nostra vita, ma non aiutare il comparto turistico significa portare l’economia italiana allo sbando totale visto che il settore rappresenta il 13% circa del Pil. Il vero problema è rappresentato dal fatto che le aziende turistiche oggi non incassano e quindi c’è un primo problema di liquidità a cui far fronte, e le banche non possono essere attrezzate in questi momenti per sostenerci”.

“C’è anche da sottolineare che i voucher e gli ammortizzatori sono una buona iniziativa, ma non bastano; servono misure più coraggiose come la sospensione dei tributi locali e nazionali per le imprese turistiche e per tutte le partite iva legate a queste attività. Abbiamo fatto degli sforzi disumani per riportare a casa italiani dall’estero, con una Farnesina assente per carenza di personale e liquidità. Abbiano visto l’annunciato fallimento di compagnie aeree che cancellano i voli all’ultimo istante pur di non rimborsare”, prosegue Foà.

Purtroppo, conclude la lettera, “c’è anche la situazione esplosiva dei viaggi scolastici con un caos incredibile e aziende prossime al fallimento per la mancanza di aiuti. Potremmo continuare all’infinito ma diventeremmo noiosi: oggi serve che ciascuno faccia la sua parte, e lo Stato italiano deve intervenire con il ministro del Turismo che ha questi compiti e non altri; non tocca a lui decidere l’apertura di un ospedale o altro ma deve dare seguito alle istanze delle aziende turistiche con fatti concreti. Attendiamo fiduciosi un aiuto concreto perché a maggio l’economia turistica non ripartirà se le compagnie crocieristiche hanno fermato le navi, le compagnie aeree gli aerei e gli alberghi hanno chiuso le strutture. Avremo agenzie, tour operator, vettori, hotel, villaggi, case vacanze, noleggiatori e guide tutti a spasso senza soldi e quindi destinati a essere il Paese più povero D’Europa. Noi non abbiamo fabbriche ma abbiamo l’ industria turistica da difendere”.

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