Crescono le preoccupazioni degli operatori dell’hôtellerie riguardo al ddl piscine che equiparerebbe le piscine degli alberghi, destinate alla sola fruizione degli ospiti, alle piscine pubbliche. Il nuovo disegno di legge appena approvato dal consiglio dei Ministri e composto da sei capi e 36 articoli si propone di colmare un vuoto normativo che da tempo caratterizza il settore delle piscine in Italia. L’obiettivo è quello di uniformare i requisiti igienico-sanitari, impiantistici, gestionali e di sicurezza, oggi disciplinati in modo disomogeneo da normative regionali, accordi Stato-Regioni e regolamenti locali. Tra le principali novità, l’estensione delle regole anche alle piscine domestiche, un ambito finora poco normato ma spesso teatro di incidenti.
Da qui le preoccupazioni dell’hôtellerie manifestate in una nota da Confindustria Alberghi che spiega: “Le nostre preoccupazioni nascono da alcuni passaggi. In attesa dei testi definitivi, sembrerebbe che le piscine degli alberghi, che ricordiamo sono destinate alla sola fruizione degli ospiti, siano assimilate ad altre tipologie di piscine pubbliche, ben diverse per caratteristiche e utilizzo. La sicurezza è da sempre al primo posto per noi e viene assicurata con le opportune soluzioni che la normativa già oggi efficacemente prevede. Un irrigidimento delle soluzioni disponibili, come sembrerebbe prefigurare il ddl, comporterebbe il rischio di dovere escludere o limitare fortemente un servizio che invece ormai è diventato imprescindibile per l’offerta alberghiera del nostro Paese”.
Il testo normativo propone una classificazione in due grandi categorie: le piscine a uso pubblico (categoria A) e quelle domestiche (categoria B). Nella prima categoria rientrano anche quelle inserite in strutture come hotel, campeggi, palestre e scuole. In questi casi sarà obbligatoria la presenza di figure specifiche come il responsabile della piscina, della sicurezza e degli impianti tecnologici, nonché di un assistente bagnanti durante l’intero orario di apertura. Solo in casi particolari sarà consentita la sostituzione con sistemi tecnologici di sorveglianza o personale adeguatamente formato. Tutte le strutture di categoria A dovranno inoltre disporre di un locale per il primo soccorso dotato di defibrillatore.
Il nuovo disegno di legge introduce un sistema di doppio controllo, sia interno, a carico del gestore dell’impianto, sia esterno, demandato alle Asl territoriali. Inoltre le aziende sanitarie avranno poteri ispettivi estesi e potranno imporre modifiche gestionali, sospendere le attività, disporre chiusure e comminare sanzioni amministrative. Le multe previste variano da 100 a 6mila euro, con possibilità di aggravio in caso di rischi per la salute pubblica.



