«Entro l’estate», Tamburi dixit. E così è stato. È datato 1° agosto – data iconica – il comunicato con cui lo studio Fivers fa sapere di aver curato gli aspetti legali del riassetto azionario di Alpitour World. Ovvero la scalata di Tamburi Investment Partners al primo polo turistico italiano. Dopo aver esercitato il diritto di prelazione sulle azioni di Andrea Ruben Levi, oggi la Tip di Giovanni Tamburi, attraverso il veicolo Asset Italia 1 Srl, è giunta a detenere oltre il 90% del capitale di Alpitour, al netto delle azioni proprie.
Il fabbisogno finanziario necessario per l’operazione, informa lo studio stesso, è stato coperto in parte dai soci di Asset Italia 1 e in parte da un finanziamento bancario.
Fivers ha assistito l’acquirente Tip su tutti i fronti, compreso l’ottenimento delle autorizzazioni da parte della Presidenza del Consiglio (golden power), dell’Enac e della Central Bank of Ireland. Simmons & Simmons ha invece assistito “Dal 1802 Educazione Salute Cultura Ambiente Tecnologia” – società che fa capo, appunto, a Ruben Levi – e i soci di minoranza, quali parti venditrici; GA – Grimaldi Alliance ha infine assistito Banco Bpm, in qualità di banca agente, mandated lead arranger, bookrunner e global coordinator, ma anche in qualità di banca finanziatrice iniziale insieme al Monte dei Paschi di Siena.
Con il controllo quasi totale della società, Tip può ora decidere in totale autonomia il destino di Alpitour. Tra le opzioni sul tavolo, torna l’ipotesi Ipo che potrebbe vederla sbarcare a Piazza Affari, scenario più volte tratteggiato. Ad oggi, però, non sembrano escluse altre strada: potenziali fusioni o acquisizioni a livello internazionale, nell’interesse dei soci e delle famiglie coinvolte nei club deal, dai Ferrero ai D’Amico.



