Caccia all’evasore: indagine sugli host Airbnb e Booking

Caccia all’evasore: indagine sugli host Airbnb e Booking
23 Maggio 11:31 2025

Host di Airbnb e Booking nel mirino della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, che hanno deciso una azione congiunta per effettuare serrati accertamenti per i redditi dal 2017.

Secondo quanto riportato da ItaliaOggi, sarebbero in corso verifiche delle Fiamme Gialle su strutture ricettive e immobili in locazione breve che appaiono sui due portali globali. Agli operatori turistici di questi immobili vengono contestate le imposte su Iva e Irap, calcolate sui maggiori redditi accertati in base ai dati forniti da Airbnb e Booking. In particolare, sotto la lente d’ingrandimento ci sarebbero le attività turistiche presenti sulle Ota (Online travel agency) che attualmente ospitano oltre 600mila fra hotel, residence, appartamenti, case vacanze, campeggi, ostelli, glamping, bed and breakfast e affittacamere in Italia.

Le contestazioni verranno inviate alle imprese e persone fisiche che non hanno dichiarato del tutto o in parte i canoni riscossi dai portali esteri. Sono interessati alle operazioni di controllo in corso anche i property manager e gli altri intermediari turistici che gestiscono account professionali con numerosi immobili di terzi gestiti in mandato.

Intanto in Svizzera è scontro frontale tra l’Autorità di controllo Swiss Price Watch (Sws) e Booking. L’organismo elvetico, ritenendo che le commissioni applicate dal portale agli hotel del Paese siano eccessivamente elevate, ha intimato  alla Ota di ridurle di circa il 25%. Immediata la replica di Booking con una nota ufficiale, nella quale sostiene che “il costo del nostro servizio riflette l’immenso valore che offriamo ai partner ricettivi, che scelgono di fare pubblicità con noi perché ne apprezzano i vantaggi, pur avendo la libertà di farlo su molte altre piattaforme”.

L’Autorità svizzera di regolamentazione dei prezzi ha intimato anche una tempistica, precisando che la riduzione delle commissioni dovrà essere attuata entro 3 mesi e sarà applicata per un periodo di tre anni. Un provvedimento approvato dal Consiglio federale, dopo che i primi contatti col quartier generale di Booking non hanno sortito alcun accordo fra le parti. Le autorità elvetiche, attraverso i media, hanno motivato tale decisione con la volontà di porre fine a quella che ritengono essere una “pratica abusiva” di adozione unilaterale delle commissioni.

Si attende ora la contromossa della Ota, che ha già annunciato ricorso al Tribunale amministrativo federale, ribadendo in risposta al provvedimento che “i nostri partner hanno molti modi per promuovere i loro immobili ai clienti, quindi possono scegliere se pubblicizzare sulla nostra piattaforma o su un’altra. Non siamo d’accordo con la riduzione forzata del costo di un prodotto completamente opzionale, quindi faremo sicuramente ricorso”.

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Andrea Lovelock
Andrea Lovelock

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