Concessioni balneari: cosa prevede il decreto Indennizzi

Concessioni balneari: cosa prevede il decreto Indennizzi
20 Giugno 12:33 2025

E luce fu nelle concessioni balneari: è stato finalmente svelato il mistero del decreto Indennizzi varato anche dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture (Mit) e bollinato nei  giorni scorsi dalla Ragioneria di Stato che ora si attende il via libera da parte del Consiglio di Stato, prima di portare il testo in parlamento.

Il testo del decreto, tenuto segreto fino ad oggi, contiene alcune novità per vecchi e nuovi concessionari che hanno subito generato non pochi mugugni. Innanzitutto c’è il taglio dei canoni demaniali che in taluni casi potrebbe arrivare anche a oltre il 40% degli attuali importi, ora fissati, in media, attorno ai 3.000/4.000 euro a stabilimento che andrebbe  a equilibrare i minori introiti previsti dagli indennizzi riconosciuti a chi dovrà lasciare la concessione entro il 2027.

Gli indennizzi dovranno essere calcolati sulla base del valore degli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni e non ancora ammortizzati al termine della concessione, comprese le spese affrontate in seguito a eventi calamitosi dichiarati dalle autorità competenti o in conseguenza a sopravvenuti obblighi di legge. A questi andrà aggiunta l’equa remunerazione degli investimenti effettuati negli ultimi 5 anni. Il nuovo concessionario avrà sei mesi di tempo, a partire dalla data di aggiudicazione della concessione, per saldare l’indennizzo al precedente gestore.

Per il calcolo degli indennizzi, verranno presi in considerazione:

  • – gli investimenti strumentali alla concessione, da trasferire ai nuovi concessionari come parte integrante ed essenziale della concessione al fine di garantire la continuità nella fornitura del servizio; investimenti effettuati su opere conformi al titolo concessorio e agli strumenti urbanistici vigenti;
  • – gli investimenti su beni non amovibili realizzati per l’esercizio della concessione demaniale, per la realizzazione o l’acquisto di opere di difficile rimozione inerenti a beni non amovibili strumentali alla concessione, e per l’acquisto di beni amovibili necessari per la fornitura del servizio.

Infine, i Comuni che dovranno indire le gare dovranno chiedere al concessionario uscente, con almeno 90 giorni di anticipo rispetto alla data di pubblicazione del bando, di fornire entro 40 giorni l’elenco degli investimenti da considerare, su cui l’ente potrà effettuare verifiche. Il pagamento dell’indennizzo sarà oggetto di cauzione pari al 20%.

Le prime reazioni a caldo delle associazioni di categoria sono negative, all’insegna della delusione ma improntate alla cautela, perché si vuole dare una risposta compatta in una nota ufficiale, tutta da valutare.

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Andrea Lovelock
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