Etna, bolla mediatica più forte dell’eruzione

Etna, bolla mediatica più forte dell’eruzione
03 Giugno 11:25 2025

Domenica 2 giugno una nuova potente eruzione dell’Etna, che ricordiamo è il vulcano più attivo in Europa, ha messo in allarme la zona di Catania e in allerta rossa l’aeroporto della città che ha chiuso alcune zone in via precauzionale, ma non ha fermato i voli.

L’allarme è rientrato dopo qualche ora quando il Vona (Volcano Observatory Notice for Aviation), e l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, hanno declassato l’allerta al livello più basso, di colore verde.

UN FENOMENO SOTTO CONTROLLO

Quella del 2 giugno è stata la quattordicesima fase eruttiva degli ultimi mesi sull’Etna. In Sicilia lo sanno bene, “Idda” a “Muntagna”, come chiamano affettuosamente qui l’Etna, ogni tanto si risveglia e dà qualche colpo, questa volta lo ha fatto in concomitanza con la Festa della Repubblica, come a voler festeggiar l’evento.

La mattina alle 3.50 i vulcanologi hanno iniziato a registrare esplosioni ti tipo stromboliane di “intensità crescente”, che sono tipicamente un tipo di eruzione moderata, generando un flusso piroclastico, una valanga di roccia calda, cenere e gas, ripresa dalle telecamere di sorveglianza intorno alle 11:30.

L’attività esplosiva dal cratere di Sud-Est ha generato tre colate laviche principali: una si è diretta a sud, una seconda a est, ramificandosi in più bracci, e l’ultima, originatasi alla base del fianco settentrionale del cratere di Sud-Est, si è diretta a nord. Tutte sono ora in fase di raffreddamento.

Alcune comitive di turisti, per la maggior parte stranieri, che stavano visitando con le guide le zone sommitali dell’Etna nella mattinata sono state colte di sorpresa dalla grande nube di cenere e fumo che si è levata alta nel cielo, fino a 6,5 chilometri, provocata dall’eruzione.

I video fatti delle persone in fuga – messe in sicurezza dalle guide – mentre sembrano inseguite dalla nube subito sono diventati virali e hanno fatto il giro del mondo allarmando alcuni media internazionali sui possibili rischi di un’eruzione più violenta, in maniera esagerata con il rischio di scoraggiare il turismo nella zona.

L’ETNA È UN’ATTRAZIONE

Tutta la Sicilia convive con le eruzioni dell’Etna da sempre e, anzi, proprio queste attirano il turismo nella zona che negli ultimi cinque anni è aumentato proprio perché il vulcano ha eruttato più volte.

Nonostante le frequenti eruzioni, la lava non ha più raggiunto le città vicine dal 1800, solo la cenere raggiunge i paesi vicini ai crateri, che sono circa 200, quando uno di questi erutta, un inconveniente per i residenti, ma un’attrazione ulteriore per i turisti.

Anche se i flussi piroclastici sono imprevedibili, come ha dichiarato a La Repubblica la prima ricercatrice dell’osservatorio etneo dell’Ingv, Rosa Anna Corsaro il 2 giugno: «Nessun sistema di allerta attualmente può anticiparli al 100%», i segnali delle reti di monitoraggio invece sono accessibili a tutti via web. «Ci sono appassionati che interpretano in autonomia i segnali che precedono un’eruzione. A volte si avventurano da soli sulla sommità per assistere allo spettacolo», ha ricordato la ricercatrice.

A proposito di turisti indisciplinati e dei relativi rischi, il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo, paese alle pendici del vulcano, ha sottolineato a Catania Today, il rischio corso da chi, nonostante l’avviso tempestivo dato dal sistema di monitoraggio del vulcano, si è comunque avventurato verso la cima insieme alle guide.

«Perché è stato consentito di portare turisti in quota? Ieri è stata solo fortuna, ma non si può contare sempre sul caso», ha affermato, criticando la scelta di permettere l’accesso ai turisti nonostante l’evidente allerta, «Le autorità competenti devono adottare misure più incisive per garantire la sicurezza della popolazione e dei visitatori, anteponendo la tutela della vita umana a qualsiasi altra considerazione».

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Carla Villani
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