Ezhaya, Astoi: «Niente paura, il turismo 2024 crescerà»

Ezhaya, Astoi: «Niente paura, il turismo 2024 crescerà»
19 Dicembre 07:00 2023 Stampa questo articolo

Il sole oltre Baveno. Archiviato un forum “nuvoloso”, è già tempo per Astoi Confindustria Viaggi di guardare al futuro. Con ottimismo, sì, ma senza cedere all’incanto della chimera. «Il packaged + self packaged salirà nel 2024 a quasi 29 miliardi di ricavi, ma crisi mediorientale e inflazione peseranno». E quanto dei 300 milioni per il turismo andrà al trade? «Penso zero», prevede il presidente Pier Ezhaya, solido timoniere del tour operating, che in questa intervista di fine anno coniuga schiettezza a lucidità d’analisi. Con il pragmatismo di sempre.

Il turismo per la prima volta ha stretto intorno a sé i ministri di un intero governo. Soddisfatto del forum di Baveno?
«Solo in parte. Di certo vedere una presenza così fitta di ministri, istituzioni e rilevanti figure imprenditoriali è stato un messaggio chiaro di come il turismo sia tornato centrale nell’agenda di governo. Non possiamo che esserne compiaciuti. Si è però parlato poco di come, concretamente, far diventare il settore un’industria. Una maggior rappresentazione degli strumenti pratici e delle risorse finanziarie per realizzare il Piano Strategico presentato un anno fa avrebbe aiutato».

Il premier Meloni ha annunciato 300 milioni in più dal Pnrr per il turismo. Quanto arriverà a tour operator e agenzie di viaggi?
«Penso zero».

Riguardo invece ai 105 milioni di fondi avanzati da Digitour e dai primi ristori Covid, sappiamo che ne avete chiesto la redistribuzione al turismo organizzato. C’è stata una risposta da parte del Mitur?
«Non ancora e ovviamente continueremo a insistere. Se devo essere sincero non sono molto ottimista, però è giusto che si pretenda la ridistribuzione di quei fondi che erano stati assegnati al turismo organizzato e al turismo organizzato devono tornare. Non dimentichiamo che il 2021 ha fatto registrare perdite di fatturato per oltre 10 miliardi e in cambio ha ottenuto meno di 40 milioni di ristori. Quanto alle spese per la digitalizzazione, è vero che durante il Covid molte risorse non sono state “chiamate” dal settore. Questo per due ragioni: primo, le aziende più piccole in pandemia non se la sentivano di investire, mentre oggi lo farebbero con più fiducia; secondo, il tetto di 25mila euro ha scoraggiato le grandi aziende a mettere in piedi la pratica perché quel cap era molto lontano dalle esigenze di supporto che gli investimenti tecnologici necessitavano».

Mi dica un pregio e un difetto di questo governo, e nello specifico del ministero del Turismo, in termini di azioni a favore del comparto.
«Il pregio è che il turismo è un tema sentito da tutto questo governo e il ministro ha accolto questo incarico con molta serietà e fierezza. Spesso i ministri più “blasonati” vedono il turismo come una diminutio, invece Daniela Santanchè ne è orgogliosa, forse perché ne conosce bene il valore. Il difetto è che non vedo azioni concrete purtroppo; vedo tante buone intenzioni, ma ancora poche ricette per curare alcuni problemi atavici del nostro comparto».

Le associazioni di categoria, dopo aver fatto fronte in pandemia, sono tornate a comunicare e talvolta a muoversi in ordine sparso. Che cosa possiamo aspettarci dal 2024? Astoi riuscirà ad allearsi – non dico con tutte – ma almeno con una tra le sigle più rappresentative delle agenzie di viaggi? Se sì, quale?
«Credo che se non lo abbiamo fatto fino ad oggi non lo faremo più, almeno non con questo schema. Forse più che a una federazione – cosa a cui ambivo fino a qualche tempo fa – va pensata una “cosa nuova” che accolga chi veramente voglia il bene di questo comparto a costo di sacrificare un po’ di visibilità propria. Ma la domanda madre è: chi lo farà?».

Aspettiamo intanto il cosiddetto “breviario” nato dalle interlocuzioni tra turismo organizzato e Farnesina. Ancora non abbiamo ricevuto comunicazioni ufficiali. Ci anticipa qualcosa di più dettagliato?
«È di fatto pronto, abbiamo condiviso testo e layout. È un gran risultato, a parer mio, perché dialogare con la Farnesina e le principali associazioni del turismo organizzato per assistere i nostri connazionali all’estero credo sia essenziale e soprattutto distintivo rispetto a chi si muove in maniera autonoma. È ora che si sappia che far viaggiare i clienti con il turismo organizzato significa sapere dove sono, assisterli in caso di problemi, assicurare la qualità dei servizi avendoli prima certificati, persino rimpatriarli qualora fosse necessario, come è accaduto in epoca Covid, ma anche più recentemente con la crisi in Medio Oriente. Il breviario vuole solo ricordare che insieme a tanti diritti il consumatore ha anche qualche dovere e che tutto ciò serve a garantirgli la massima assistenza. In sintesi, attraverso cinque semplici regole suggeriamo al cliente come farsi assistere al meglio».

Passiamo all’operativo: le vendite di Natale e Capodanno avevano subito una battuta d’arresto a causa della guerra. Ora, a distanza di settimane dall’inizio del nuovo conflitto palestinese-israeliano è cambiato qualcosa? Il booking si è ripreso?
«Diciamo che la “sfuriata” emotiva che aveva scatenato una robusta ondata di cancellazioni è quasi totalmente rientrata e oggi i clienti cancellano (o non prenotano) con più oggettività. La Giordana è forse quella che paga più dazio, mentre l’Egitto sta tornando tonico. Dobbiamo però capire come evolverà la situazione».

Comunque, ormai siamo “sotto feste”. Prevede prezzi al ribasso e dunque un ritorno, un po’ come in estate, a politiche commerciali last minute?
«Direi proprio di no; l’inverno è un animale molto diverso dall’estate e si rivolge più a clienti che stanno effettuando la seconda vacanza e che hanno un potenziale di spesa maggiore. Inoltre, molte destinazioni non sono disponibili e quindi il raggio d’azione è più ristretto, quindi prevedo una sostanziale conferma dei prezzi».

Guardando al 2024, come si preannuncia l’andamento del mercato? Quali nodi e quali incognite si profilano all’orizzonte?
«Diciamo che dal punto di vista quantitativo la maggior parte degli studi di mercato guardano al 2024 come un anno di crescita rispetto al 2023. Il mercato “packaged + self packaged” – che nel 2023 farà registrare circa 27 miliardi di ricavi – nel 2024 è stimato a quasi 29. All’interno di questi 2 miliardi di crescita il perimetro “packaged” dovrebbe crescere di 1,3 miliardi. Ovviamente queste stime di tendenza sono già state in parte fiaccate dalla crisi mediorientale e anche l’inflazione probabilmente si farà maggiormente sentire sulla capacità di spesa ma, al netto di questi due fattori, il turismo resta un settore in forte crescita e di questo non possiamo che essere soddisfatti».

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L'Autore

Roberta Rianna
Roberta Rianna

Direttore responsabile

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