Giornate del Turismo, un piano per delocalizzare

Giornate del Turismo, un piano per delocalizzare
28 Ottobre 10:45 2025

Un comitato ristretto, magari presso il ministero del Turismo, per realizzare la pianificazione di un progetto partecipativo tra amministrazioni locali, operatori e accademici che accanto alle eccellenze turistiche di mete della costa italiana, lanci sul mercato un’offerta dell’entroterra, creando vere e proprie reti territoriali.

È l’idea di fondo lanciata nel corso della 24ª edizione delle Giornate del Turismo, promosse da GeoProgress Onlus, patrocinate da università, associazioni e istituzioni e svoltesi presso l’Università degli Studi di Sassari, che ne ha curato anche l’organizzazione. L’evento ha ospitato incontri e tavole rotonde con contributi scientifici e discussione di proposte politiche e strategie per l’immediato futuro.

«Ci vuole una strategia di integrazione con piani di sviluppo su scala subregionale – ha sottolineato il professor Francesco Adamo, artefice e coordinatore delle Giornate – per completare il buon lavoro di coordinamento che sta iniziando a fare il Mitur. Ma ci vuole più coraggio per raccogliere le sfide future. Condividere le buone pratiche per dare un contributo essenziale allo sviluppo delle aree interne».

A tal proposito, nel corso della tavola rotonda dedicata al tema delle “Politiche, strategie e strumenti per l’integrazione”, Francesco Palumbo, presidente della Fondazione Sistema Toscana, ha evidenziato le difficoltà di trovare sempre sinergie con i referenti pubblici, aggiungendo però che proprio in Toscana si è riusciti a condividere un percorso comune, con il progetto, decollato da tempo, della Toscana Diffusa: «E oggi si deve sfruttare lo strumento digitale per aggregare e fare gioco di squadra tra amministrazioni locali ed operatori, con modelli di governance condivisa e una promozione veicolata anche con l’ausilio dell’Ai».

Anche Maria Paola Profumo, ex assessore al Turismo della Liguria, ha ricordato che nella sua regione è stato possibile attuare «una governance trasversale grazie a un assessorato del turismo, sport e cultura, da me presieduto, attraverso il quale si sono potuti realizzare diversi progetti per sviluppare diverse tematiche, quali ad esempio lo slow tourism, valorizzando così l’entroterra e i musei del mare, lungo le località costiere, apprezzati dai visitatori italiani ed esteri».

E di gioco di squadra auspicabile ha parlato anche Carlotta Ferrari, presidente del Convention Bureau Italia e general manager della Fondazione Destination Florence: «Anche se è sempre complessa la collaborazione tra pubblico e privato, bisogna sforzarsi di lavorare per condividere progetti. L’aspetto essenziale è quello delle competenze e il riconoscimento di ruoli. Oggi, grazie allo sviluppo delle Dmo (Destination Management Organization), stiamo dando nuovo impulso alla governance dei territori e delle mete. Purtroppo bisogna anche dire che non esistono linee guida generali e nelle varie regioni vi sono diversi modelli di riferimento di come allestire le Dmo. Di certo occorre tenere sempre aperto il dialogo con le amministrazioni comunali e navigare tutti nella stessa direzione».

Dialogo reso costruttivo, ad esempio, con l’operazione di G20 Spiagge, il network di località costiere che da nord a sud hanno messo insieme forze e idee per una governance virtuosa, come ha spiegato Adriana Miotto, coordinatrice della rete: «Abbiamo messo in pratica un modello di aggregazione con operatori e amministrazioni locali, con tavoli di lavoro su commercio (come tenere aperti i negozi fuori stagione), su ambiente (come risolvere i problemi dei rifiuti urbani), su fiscalità, sul demanio e sulla sicurezza e sanità. La nostra realtà è cresciuta molto, al punto che altri venti Comuni hanno chiesto di entrare nel network e ora abbiamo lanciato la proposta di legge di istituire le Comunità Marine, intorno alle quali poter costruire anche delle offerte turistiche che favoriscano lo sviluppo ragionato non solo delle nostre località balneari, ma anche dell’entroterra».

A completare il panel di esperti Roberta Glorio, responsabile progetti europei del Parco Regionale Alpi Liguri, che si è soffermata sull’importanza di condividere anche progetti ad ampio respiro, come ad esempio la Carta Europea del Turismo, sottoscritta da ben 400 parchi europei, che si prefigge di operare per uno sviluppo sostenibile delle visite e soggiorni in queste realtà, con tour ed escursioni a tema che, ad esempio, proprio nelle Alpi Liguri hanno fatto registrare l’affluenza di oltre 3.000 turisti trasportati dalle varie località balneari all’interno del parco.

A conti fatti delocalizzare si può, ma occorre una regia ben articolata tra pubblico e privato, guidata anche dal mondo accademico, chiamato a monitorare e analizzare, periodicamente, il geo-sistema per orientare al meglio la governance e, in particolare, indicare buone pratiche di progettazione degli investimenti privati e pubblici e di valorizzazione dei fondi Pon e Pnrr e di altri fondi, europei o nazionali.

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