No a una global tax sui viaggi aerei proposta dal Global Solidarity Levies Task Force. Dura presa di posizione di Aci Europe, l’associazione che rappresenta oltre 360 aeroporti europei, e A4E, sigla che comprende 24 aerolinee del vecchio continente. Tutti si oppongono all’iniziativa multilaterale, lanciata alla Cop28 nel novembre 2023 e sostenuta dalla Ue, per sostenere le misure a tutela del clima.
In una nota congiunta i due organismi evidenziano che “la proposta prende di mira ingiustamente l’aviazione e ignora il ruolo cruciale che la connettività aerea svolge per lo sviluppo, la coesione e la prosperità globali, a maggior ragione per i Paesi in via di sviluppo. Solo in Europa ogni aumento del 10% della connettività aerea produce un aumento dello 0,5% del Pil pro capite, cui si associa un calo del 14% della povertà, un aumento del 9% dell’istruzione di qualità, un aumento del 19% della parità di genere e un aumento dell’8,5% della ricerca e sviluppo”.
Anche se l’obiettivo è quello di raccogliere fondi per lo sviluppo e la tutela ambientale, i vertici delle due organizzazioni del trasporto aereo europeo rigettano l’ipotesi di questa ulteriore “gabella globale“.
In particolare Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe, osserva: «Tassare l’aviazione equivale a un autolesionismo socioeconomico. È una misura controproducente sia per lo sviluppo che per l’azione per il clima: non possiamo usare mezzi termini nel condannare questa nuova proposta. Ignora il fatto che ciò che distingue l’aviazione dagli altri settori è la sua capacità di sostenere un’attività economica più ampia, oltre a un’ampia gamma di risultati positivi per la società, dalla riduzione della povertà alla parità di genere e all’istruzione di qualità.
Ostacolerà, inoltre, i progressi verso il nostro obiettivo comune di zero emissioni nette, sottraendo al settore risorse fondamentali. Puntare alla connettività aerea trattando l’aviazione come una miniera d’oro è un altro sintomo della miopia dei governi».
E Ourania Georgoutsakou, amministratore delegato di A4E, nota «Le compagnie aeree europee riscuotono già numerose tasse e imposte locali, nazionali e internazionali e pagano l’impatto ambientale dei voli, sia nell’ambito del sistema Ets dell’Ue, sia con ingenti investimenti in nuovi aeromobili e carburante sostenibile per l’aviazione. Un’ulteriore imposta sui passeggeri premium non farà che peggiorare ulteriormente le condizioni di concorrenza, distoglierà fondi tanto necessari per la transizione del settore verso l’azzeramento delle emissioni nette e, in definitiva, aumenterà il costo del volo per tutti».
Aci Europe e A4E ricordano che proprio l’aviazione europea è impegnata a raggiungere zero emissioni nette di Co₂ entro il 2050, e per raggiungere l’obiettivo il settore deve affrontare investimenti stimati per 1,3 trilioni di euro. Il dirottamento di potenziali capitali dalla trasformazione verde alle casse dello Stato indebolisce questo sforzo. Invece di sostenere il programma di decarbonizzazione dell’aviazione, la tassa penalizzerebbe questi sforzi.



