Hilton Worldwide ha tagliato le sue previsioni di crescita del fatturato per il 2025, penalizzato dalla debole domanda di viaggi negli Stati Uniti. Ma l’amministratore delegato, Christopher Nassetta, resta ottimista sul futuro a stelle e strisce.
ALBERGHI USA IN DIFFICOLTÀ
La multinazionale statunitense del settore alberghiero, 22 marchi sparsi nel mondo e quartier generale in Virginia, prevede ora che il RevPar (fatturato annuo per camera disponibile), un parametro cruciale per il settore alberghiero, sarà compreso tra un dato piatto e una crescita dell’1%, rispetto alla precedente previsione di un aumento del 2%. La domanda di viaggi negli Stati Uniti ha subito un duro colpo: le famiglie temono che la guerra dei dazi del presidente Donald Trump possa far aumentare i prezzi dei beni e intaccare il loro potere d’acquisto.
Nel mezzo di una forte ripresa globale dei viaggi, negli Stati Uniti è visibile una tendenza opposta dovuta a una combinazione di fattori, tra cui le tensioni geopolitiche, l’instabilità economica e un’immagine negativa del Paese agli occhi di molti potenziali viaggiatori, a causa di controlli più rigorosi alle frontiere e di nuovi travel ban imposti dall’amministrazione Trump. A ottobre (e questo si vedrà nella prossima trimestrale), ci si è messo anche lo shutdown.
A luglio, Nassetta ha dichiarato di aspettarsi che la domanda nel mercato statunitense, che rappresenta circa il 65% del totale delle camere dell’azienda, inizi a normalizzarsi solo nel quarto trimestre.
Il RevPar è diminuito del 2,3% nel mercato statunitense, durante il terzo trimestre. Anche il fatturato degli hotel di fascia media e bassa è diminuito. Invece, il RevPar delle sue strutture di lusso, come l’Lxr e il Conrad, ha registrato una forte crescita, a conferma di altri dati che evidenziano l’importanza del segmento lusso per il turismo negli States.
DATI, PREVISIONI E COMMENTI
Il fatturato totale di Hilton per il trimestre conclusosi a settembre si è attestato a 3,12 miliardi di dollari, al di sopra della stima media degli analisti di 3,01 miliardi di dollari, secondo i dati raccolti da Lseg. L’utile rettificato di 2,11 dollari per azione della società madre del Waldorf Astoria ha superato anche le stime degli analisti di 2,06 dollari.
Per l’intero 2025, Hilton prevede un utile rettificato per azione compreso tra 7,97 e 8,06 dollari, superiore alla precedente forchetta di 7,83-8 dollari per azione.
Nassetta ha così commentato i dati: «I nostri risultati del terzo trimestre hanno continuato a dimostrare la resilienza del nostro modello di business, registrando una solida performance netta, nonostante il RevPar più debole. Restiamo ottimisti sul fatto che, negli Stati Uniti, tassi di interesse più bassi, un contesto normativo più favorevole, la certezza della politica fiscale e un significativo ciclo di investimenti accelereranno la crescita economica e la domanda di viaggi e, se abbinati a una crescita limitata dell’offerta del settore, dovrebbero favorire una crescita più forte del RevPAR nei prossimi anni». A febbraio, era arrivato l’endorsement per Trump: ci saranno, aveva detto Nassetta, «opportunità di crescita» e politiche «più favorevoli alle imprese» grazie al presidente Donald Trump.



