Jet fuel e prezzi dei voli in calo?

Jet fuel e prezzi dei voli in calo?
29 Luglio 10:06 2025

Non si fa più il pieno di cherosene negli aerei: il decremento della domanda di carburante aereo che sta rallentando a livello globale e il calo del prezzo del petrolio al barile (da 74 a 62 dollari entro fine anno), farebbero supporre anche una imminente discesa delle tariffe aeree ma questo automatismo non è più scontato come in passato.

E questo perché, secondo un’attenta analisi di Reuters, si sta riscontrando una contestuale contrazione dell’offerta aerea, soprattutto in Cina che sta investendo sulla crescita del turismo interno, rallentando così la ripresa di alcuni collegamenti long haul verso scali internazionali. Una frenata di costi e di servizi aerei che non prelude, quindi, a una scontata riduzione dei biglietti aerei, almeno in Europa.

L’analisi di Reuters è molto specifica: la domanda globale di jet fuel è destinata a rimanere sotto i livelli pre pandemia almeno fino alla fine del 2026, per la concomitanza di tre fattori: il forte calo dei viaggiatori cinesi all’estero, le politiche restrittive sull’immigrazione adottate negli Usa e l’efficienza crescente dei nuovi aeromobili.

IL PESO DELLA CINA

In particolare, a determinare l’andamento del pricing aereo è la Cina – seconda economia del pianeta – che continua a puntare sul turismo interno, dopo un periodo prolungato di chiusure e timori legati alla pandemia, ha fatto sì che i viaggi internazionali dei cittadini cinesi, che rappresentavano una quota importante della domanda di voli a lungo raggio, sono ancora ben lontani dai numeri del 2019. Anche le principali compagnie aeree internazionali stanno riducendo l’offerta verso il mercato cinese, con ripercussioni dirette sull’equilibrio complessivo della domanda di carburante aereo.

Contestualmente, negli Stati Uniti, le politiche migratorie e la guerra dei dazi, stanno influendo anche nel turismo in entrata: secondo Bmi, società del Gruppo Fitch, nel 2025 si prevede infatti un calo del 16,3% degli arrivi internazionali negli Usa.

TECNOLOGIA E SAF

Infine, al rallentamento della domanda si aggiunge un altro fattore strutturale, ovvero l’innovazione tecnologica nei velivoli. I nuovi modelli di aerei sono infatti molto più efficienti dal punto di vista energetico. L’A320neo di Airbus e il Boeing 737 Max hanno ridotto il consumo di carburante e il loro impatto ambientale. A conti fatti anche se i voli non diminuiscono drasticamente, la quantità di carburante utilizzato per trasportare lo stesso numero di passeggeri sta calando sensibilmente.

TARIFFE GIÙ?

In mercati particolarmente reattivi e dinamici come quello italiano ed europeo in generale, salgono le aspettative per un taglio generalizzato delle tariffe aeree, ma secondo gli analisti di Reuters queste attese potrebbero esser deluse se le compagnie aeree dovessero decidere di ridurre alcune tratte poco redditizie. Il che significherebbe meno concorrenza e minore necessità di ribassare le tariffe. Ci sono poi fattori economici e geopolitici da non sottovalutare: l’inflazione dei servizi, l’aumento del costo del personale e gli investimenti richiesti per la transizione ecologica (col crescente utilizzo del Saf), potrebbero indurre le compagnie aeree a mantenere certi margini e fare cassa piuttosto che trasferire certi benefici sul ticketing.

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Andrea Lovelock
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