L’Alto Adige riparte da Beam: appuntamento a giugno 2024

L’Alto Adige riparte da Beam: appuntamento a giugno 2024
26 Settembre 11:30 2023 Stampa questo articolo

Prove tecniche di transizione turistica. La sfida è lanciata dall’Alto Adige e il primo step si è compiuto con la presentazione di Beam, acronimo di be ambicious, sii ambizioso, evento che si terrà poi a giugno 2024. Un’anteprima, svoltasi presso lo spazio eventi della FieraMesse H1 di Bolzano, ha avuto lo scopo di illustrare soluzioni innovative per l’industria dell’ospitalità e suggerimenti di un nuovo format per le destinazioni turistiche altoatesine. Davanti a una platea di circa 100 “gamechanger e changemaker” del settore dell’ospitalità, relatori di spicco del destination marketing, dell’alimentazione, della viticoltura, provenienti da diversi Paesi europei, hanno condiviso le loro esperienze, illustrato teorie e condiviso suggerimenti per innovare, non solo nell’offerta turistica ma anche nell’agricoltura, nel food service, nella gastronomia.

Tra gli interventi più stimolanti su tendenze e input visionari per la trasformazione del settore – seguendo il motto scelto dagli organizzatori dell’evento: “Let’s change the world through hospitality” – da menzionare quello di Martin Raymond, fondatore del Future Laboratory a Londra e consulente di prestigiosi brand, che ha evidenziato come «oggi il benessere psicofisico è una declinazione imprescindibile per tutti i turisti; inoltre secondo lo studio di Lsn Global, il 66% dei consumer turistici ha ammesso che il Covid ha influito sulla salute mentale e ora si lega il bisogno di viaggiare allo star bene anche nell’alimentazione, introducendo nel mercato il neologismo del nutri-travel». «Da qui – ha aggiunto – l’imperativo per i gestori dell’offerta turistica di lavorare su esperienze e relazioni sociali per arricchire la vacanza degli ospiti. Non a caso, il successo planetario di Airbnb risiede proprio nell’interazione tra chi ospita e chi viene ospitato. Declinazioni che hanno contaminato anche il segmento del “bleisure”, i businessmen, che oggi nel mondo costituisce un target del valore di almeno 550 miliardi di euro».

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Thomas Mur

Un altro passaggio obbligato riguarda le destinazioni che si devono innovare, adeguare l’offerta a questi cambiamenti della domanda: su questo tema si è soffermata la giovane consulente danese Signe Jungersted, che ha lavorato sulla nuova immagine turistica di Copenhagen e di altre località europee. «Le destinazioni – ha spiegato – devono saper allestire un’offerta sempre più diversificata, coinvolgendo anche altri settori come l’agricoltura, l’artigianato, la viticoltura e utilizzare la tecnologia, come ad esempio i Qr-code per guidare, orientare e informare gli ospiti in modo che gli attori dell’offerta siano “facilitatori” per i prodotti e servizi turistici del territorio. Altro punto-chiave è far diventare i turisti dei “residenti temporanei”, agevolandoli anche nella mobilità nei servizi, con un’interazione continua».

A completare il panel di Beam testimonianze come quella di Roberta Ceretto, dell’omonima azienda vinicola piemontese che investe nell’arte fruibile dai suoi ospiti. Soddisfatto Thomas Mur, direttore di Fiera Bolzano: «Con questi contributi di idee è possibile plasmare l’industria dell’ospitalità in modo nuovo e diverso sfruttando appieno questa neonata piattaforma di networking».

LA SCHEDA
Numeri e asset di una terra speciale

L’Alto Adige, che ora cerca innovative modalità per consolidare il proprio brand turistico, può già contare su molteplici asset, ben abbinati alle varie stagioni: dalle attività di scialpinismo, biathlon, pattinaggio e mercatini di Natale in autunno-inverno a quelle legate alla primavera-estate come wellness, bike, escursioni, osterie, feste e sagre, visite a chiese, abbazie, fortezze e castelli.

Per comprendere la valenza turistica di questo territorio possono bastare alcuni numeri: 1.200 km di piste, 5.000 masi, 211 bande musicali che si esibiscono tutto l’anno nelle varie località. E ancora: 15 gruppi di alimenti che si fregiano del marchio “Qualità Alto Adige” che ne certifica l’origine, come vino, formaggi, speck e mele, e 27 stelle Michelin che fanno dell’Alto Adige l’area italiana con la maggior concentrazione di ristoranti stellati. Infine, 7 parchi naturali e un parco nazionale.

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Andrea Lovelock
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