Manovra ostaggio degli affitti brevi

Manovra ostaggio degli affitti brevi
06 Novembre 12:21 2025

Incatenata agli affitti brevi. Eccolo l’ostacolo vero al decollo della Manovra nei giorni delle audizioni in Senato, dove hanno espresso i loro rilievi Istat, Cnel, Banca d’Italia, Corte dei Conti e Upb, oltre a 70 tra associazioni, enti e istituzioni. È la prima fase dell’iter parlamentare, chiusa dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. La maggioranza tratta per arrivare a un compromesso sul testo da portare al voto in Parlamento.

LO SCONTRO SULLA CEDOLARE SECCA

Il pomo della discordia (interna alla maggioranza) sul tema degli affitti brevi – articolo 7 – è rappresentato dalla cedolare secca, per la quale Lega e Forza Italia continuano a chiedere una modifica. Da quest’orecchio, però, il resto della maggioranza non ci sente e ribadisce: lo spazio per evitare l’aumento della tassa è esiguo.

Riassunto delle puntate precedenti:

il governo decide di fare cassa con city tax e affitti brevi e il Consiglio dei ministri approva una bozza in cui la cedolare secca viene alzata al 26% per tutte le case vacanza;

– Lega e Forza Italia alzano le barricate e annunciano: “La norma sarà eliminata“;

– il testo subisce una modifica durante il passaggio alla Corte dei Conti: tassa riportata al 21% per chi non usa intermediari come AirBnB e Booking. Insomma, premiato chi lavora con il passaparola.

– L’obiettivo di Lega e Forza Italia è provare a imporre un ampliamento della platea degli esclusi dall’aumento, ma i fondi a disposizione sono pochi.

Il tiro alla fune, quindi, prosegue, mentre sugli affitti brevi, in generale, i tecnici si esprimono così: “Sarebbe utile fornire una rappresentazione degli effetti della misura anche successivamente al triennio considerato, valutando se l’assunzione che il 90% della platea di unità immobiliari continui ad avvalersi delle piattaforme per esigenze di semplificazione e rapidità delle transazioni possa essere una ipotesi stabile o soggetta ad una certa variabilità”.

LA TASSA SUI DIVIDENDI

L’altra questione scottante riguarda la tassa sui dividendi. La norma prevede che la gabella che le holding ricavano dalle partecipazioni sotto il 10% salga da poco più dell’1% alla normale tassazione sui profitti finanziari, il 24%. Un aumento che non va giù a una parte della società civile, soprattutto i commercialisti.

Contrarie anche le aziende, che considerano la tassa troppo alta e potenzialmente “caotica” per il sistema contributivo. La misura è difesa da Forza Italia, che considera la diminuzione della tassazione per le imprese un punto fermo.

LE ALTRE QUESTIONI

Sulle banche il monito della Banca d’Italia: “Evitare ripetute e inattese modifiche alla tassazione degli istituti di credito”. Attualmente l’aliquota è fissata al 4,65%, e passerebbe al 6,65%. Dopo gli attacchi alle associazioni di settore da parte di alcuni membri della maggioranza, il governo ha invitato tutti ad abbassare i toni della discussione.

Altro punto delicato: la rottamazione delle cartelle, norma che la Lega è riuscita a imporre nonostante i tentennamenti durante l’elaborazione del testo in Consiglio dei ministri. Si tratta, in sostanza, di un nuovo condono fiscale che ha parametri di entrata molto più stringenti rispetto al passato. In particolare, aver presentato una dichiarazione dei redditi per gli anni che si desidera “rottamare”.

La Lega starebbe spingendo per allargare ulteriormente la platea delle persone incluse e allentare questi vincoli. Il ministero dell’Economia e delle Finanze, però, non vuole perdere di vista i conti pubblici, per raggiungere il rientro nel parametro europeo del 3% nel rapporto deficit/Pil già da quest’anno.

Ultimo capitolo: il taglio Irpef, sul quale è intervenuto il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, in audizione davanti alla commissioni Bilancio di Camera e Senato. «L’intervento previsto in Manovra coinvolgerebbe poco più di 14 milioni di contribuenti, con un beneficio annuo pari in media a circa 230 euro. Le famiglie beneficiarie sarebbero circa 11 milioni (44% delle famiglie residenti) e il beneficio medio di circa 276 euro (in ogni famiglia ci può essere più di un contribuente)».

IL CALENDARIO DELLA MANOVRA

Per quanto riguarda le prossime tappe della Manovra, martedì 11 novembre è previsto l’incardinamento in commissione Bilancio del Senato e nei due giorni successivi si dovrebbe concludere la discussione generale.

Il 18 novembre è il termine ultimo per presentare le proposte di modifica: l’obiettivo è consegnare il testo rivisto e corretto al Senato il 15 dicembre. Toccherà poi alla Camera ratificarlo e licenziarlo entro il 31 dicembre.

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

Guarda altri articoli