Neve, stagione al via. Ma l’industria soffre

Neve, stagione al via. Ma l’industria soffre
18 Novembre 15:30 2022 Stampa questo articolo

Con l’inverno alle porte e dopo un biennio di pandemia gli operatori degli impianti sciistici attendono con impazienza l’apertura delle piste, condividendo l’attesa con i clienti-sciatori, ma il settore è alle prese con una nuova crisi, questa volta legata ai costi dell’energia e all’inflazione, mentre ancora si sta faticosamente riprendendo dalle chiusure imposte negli ultimi anni.

Per Valeria Ghezzi, presidente di Anef, l’Associazione nazionale esercenti funiviari, che rappresenta il 90% del mercato (oltre 1.500 impianti in tutto il Paese, sulle Alpi e sugli Appennini), ci sono sfide da affrontare in un clima di crescente difficoltà; situazione che necessita di maggiori tutele per gli impianti e infrastrutture indispensabili per lo sviluppo della filiera turistica montana.

«Si è parlato molto dell’aumento del prezzo degli skipass – precisa Ghezzi – ma vogliamo ribadire che la filiera sta facendo i conti con il caro energia, con l’aumento dei i costi dell’acciaio e del carburante, con l’impennata degli oneri di gestione per garantire la sicurezza degli sciatori. I prezzi degli skipass sono aumentati in ragione dell’inflazione, ma solo una minima parte dei maggiori costi sostenuti dalle aziende verrà trasferito sui clienti. I ritocchi, infatti, non coprono neppure la singola voce degli aumenti energetici: in caso contrario avremmo dovuto aumentare le tariffe del 30%, mentre i rincari si situano tra il +5 e il +12%».

Il presidente dell’Anef ribadisce, dunque, un appello lanciato già qualche settimana fa: «Chiediamo con forza che il governo riconosca in modo formale le aziende funiviarie come energivore e – in considerazione del loro ruolo per il turismo e l’economia in montagna – le aiuti ad affrontare una situazione di difficoltà che, purtroppo, non dipende dalla capacità imprenditoriale. Soprattutto in una fase delicata, mentre è ancora vivo il trauma economico dovuto alle chiusure per la pandemia. Non chiediamo ristori o misure di stampo assistenzialistico: siamo consapevoli del fatto che il caro energia riguarda tutte le imprese, nessuno è immune. Necessitiamo, piuttosto, di soluzioni strutturali e non improntate alla contingenza. Non rappresentiamo solo società impiantistiche: siamo presidi per la montagna. Se chiudono gli impianti, è tutto l’indotto a soffrire. Ciaspole e sci di fondo non sono sufficienti a mantenere la sostenibilità economica di un sistema incentrato sul turismo. Siamo la locomotiva di una lunga filiera: grazie agli impianti lavorano albergatori, commercianti, scuole sci e sci club. In un panorama alpino che vede i comuni morire lentamente per abbandono, è evidente l’importante ruolo economico e sociale svolto delle aziende funiviarie, che evitano lo spopolamento delle aree decentrate, così come quello di tutti gli altri operatori che fungono da polo di attrazione per il turismo montano».

Ghezzi ricorda, poi, i segnali di recupero emersi nel corso della stagione invernale 2021-20: «È stata la conferma di quanto lo sci sia uno sport amato e ricercato. La clientela italiana ha in buona parte compensato la mancanza degli stranieri, e questo dato è indicativo del positivo andamento del settore, anche se i numeri sono stati lontani dai valori medi degli anni pre pandemia. Ora ci impegneremo al massimo per trovare un punto di equilibrio economico: per noi è una questione di sopravvivenza. Nonostante l’aumento dei costi di gestione siamo pronti ad assicurare la qualità delle piste grazie agli impianti di innevamento programmato: non è immaginabile una stagione senza neve, penalizzerebbe tutta la filiera. Per il momento ci attendiamo una partenza lenta, con prenotazioni legate soprattutto a soggiorni brevi, in ragione della situazione di difficoltà che caratterizza molte famiglie italiane ed europee. Ma sappiamo, e constatiamo, che la “voglia di montagna” resta forte e diffusa».

Per concludere Ghezzi sottolinea l’importanza della vendita online degli skipass e rilancia il tema dell’emergenza personale: «La pandemia ha imposto un’accelerazione importante ai processi di digitalizzazione Oggi pagare lo skipass online è possibile praticamente ovunque. È un cambiamento che incoraggiamo fortemente: per ragioni di praticità e comodità per il cliente, ma anche perché ci permette di monitorare e registrare i dati relativi ai flussi. In questo modo siamo più consapevoli delle esigenze degli utenti, e possiamo indirizzare meglio le nostre scelte di investimento. Un numero sempre maggiore di sciatori sta scegliendo, con soddisfazione, questa modalità di prenotazione e di pagamento, ma esistono ancora ampi margini di crescita. Per quanto riguarda il reperimento della manodopera la situazione è migliorata rispetto a 12 mesi fa. Il quadro non è più così critico, ma permangono difficoltà nel trovare – in particolare – persone specializzate e qualificate, ma anche lavoratori stagionali ricorrenti. La carenza di personale attualmente si aggira intorno al 10%, ma stiamo adeguando le nostre organizzazioni e le procedure operative per assicurare, come sempre, la qualità ed efficienza del servizio e, soprattutto, la massima sicurezza per gli utenti».

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Andrea Lovelock
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