Passaporti, incognita di Pasqua: “Già persi 180 milioni”

Passaporti, incognita di Pasqua: “Già persi 180 milioni”
14 Marzo 13:11 2023 Stampa questo articolo

Nove mesi a Prato. Un parto, insomma. Peccato che si tratti dell’attesa per il passaporto, a dimostrazione che la situazione è ancora in alto mare, a dispetto dell’impegno di due ministri – quello dell’Interno Matteo Piantedosi e quello del Turismo Daniela Santanché – e dei mille appelli lanciati dai professionisti del comparto. Ma come siamo arrivati a questo punto? In gran parte la responsabilità è dei sistemi digitali di prenotazione, che fissano gli appuntamenti a distanza di mesi. Prato a parte, a Udine il primo slot è il 10 agosto. A seguire Napoli, 7 agosto, e Brescia, 17 luglio. A Torino e Bologna non c’è posto. A Roma invece, udite udite, esiste una possibilità il 3 aprile.

Il Sole 24 Ore scrive che i danni per le agenzie di viaggi ammontano già a 180 milioni di euro, con il timore che il trend rischi addirittura di aggravarsi in vista delle vacanze di Pasqua, ormai alle porte, e quelle estive.

Il quotidiano di Confindustria cita un’indagine dell’Istituto di Ricerca Ircm da Vamonos Vacanze, tour operator italiano specializzato in vacanze di gruppo. Ebbene, i viaggi cancellati a causa dei ritardi di questure e sistemi di prenotazione, sarebbero stati finora circa 100.000, pari appunto a 180 milioni di euro di mancate vendite per le agenzie. Un’enormità.

Inoltre, per sette viaggiatori su dieci, è aumentato a sei settimane il tempo utile per ottenere l’appuntamento per il rilascio del passaporto. In media, ogni agenzia ha avuto 20.520 euro di vendite non effettuate e le grandi Ota hanno subito un danno ancora maggiore: una perdita di 116.656 euro per ogni operatore.

Da qui il grido di dolore del settore turismo. A gennaio il presidente di Fiavet Confcommercio, Giuseppe Ciminnisi, aveva preso carta e penna per scrivere al Viminale, sollecitando una soluzione per i passaporti lumaca, che rischiano di rallentare l’ottima ripresa registrata nel 2022 dopo il lungo stop per la pandemia. «In media – fa notare Ciminnisi – registriamo una percentuale elevata di viaggi cancellati soprattutto da parte di chi viaggia per lavoro». Lo scorso 28 febbraio, invece, la presidente di Maavi, Enrica Montanucci, si è recata di persona al ministero dell’Interno per chiedere spiegazioni in prima persona, ottenendo il prezioso chiarimento che anche il turismo merita procedure d’urgenza.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente di Fto Confcommercio, Franco Gattinoni: «Apprezziamo l’impegno di Santanché e Piantedosi, ma rimaniamo preoccupati, perché la situazione è a macchia di leopardo. L’aver inserito tra i motivi di urgenza per andare all’estero anche il turismo è un passo importante, però metterlo in pratica non è facile, specie pesando alla Pasqua in arrivo, ai ponti e alla bella stagione».

Sotto assedio, Piantedosi aveva risposto in aula alle interrogazioni di alcuni deputati, spiegando che i ritardi sono dovuti all’accumulo di arretrati dovuti al Covid e alle conseguenze della Brexit. A complicare lo scenario anche quei Paesi che chiedono un passaporto valido per i successivi 6 mesi e chi, come il Marocco, non accetta più la carta d’identità.

Le questure, va detto, ce la stanno mettendo tutta, aumentando il personale e aprendo gli uffici anche nei giorni festivi, come a Monza e Mantova. La questura di Milano sta prendendo appuntamenti a 90 giorni, con disponibilità a 450 domande al giorno. Inoltre, riesce a fare il passaporto a 250 persone al giorno che si presentano senza appuntamento.

L'Autore

Fabrizio Condò
Fabrizio Condò

Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004

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