E alla fine arriva Iag. Dopo Lufthansa e Air France-Klm, anche il Gruppo – di cui fanno parte Iberia, British Airways, Vueling, Aer Lingus e Level – entra ufficialmente nella corsa per acquisire una partecipazione in Tap. La scadenza era fissata per sabato 22 novembre.
Come riporta Hosteltur, il presidente Luis Gallego ha presentato la sua dichiarazione di interesse a Parpública, la holding statale portoghese, in merito al processo di privatizzazione della compagnia aerea. Gallego, però, ritiene necessario «che vengano soddisfatte una serie di condizioni» prima di proporre un investimento in una compagnia aerea che, secondo Iag, “ha un potenziale significativo”.
“Il nostro modello decentralizzato – spiegano dal Gruppo Iag – offre margini leader nel settore ed è in linea con l’ambizione del governo portoghese di proteggere Tap. La storia di Iag dimostra come investa per rafforzare le sue compagnie aeree, il che va a vantaggio di clienti, dipendenti, economie locali e azionisti”.
A luglio il governo portoghese ha autorizzato la privatizzazione del 49,9% della società (il 44,9% destinato agli investitori e il restante 5% ai dipendenti), dopo aver investito 3,2 miliardi di euro nella ristrutturazione della compagnia aerea.
I candidati devono essere aziende con un fatturato annuo minimo di 5 miliardi di euro in uno qualsiasi degli ultimi tre esercizi finanziari, requisito soddisfatto dai concorrenti, tutti con vendite superiori a 20 miliardi di euro nel 2024.
Il gruppo Iag sostiene che la sua posizione offra vantaggi competitivi alla compagnia aerea portoghese, grazie alla vicinanza geografica e alla possibilità di avere un doppio hub a Madrid e Lisbona, sottolineando la natura complementare delle destinazioni servite.
Con l’aggiunta di Tap, con una forte presenza in Brasile e nelle ex colonie portoghesi in Africa, Iag guadagnerebbe mercati e completerebbe la sua mappa latinoamericana, oltre a migliorare le sue rotte verso l’Africa, un mercato servito in parte da British Airways.
Tra i punti di forza di Iag la strategia di mantenere l’identità e i marchi che incorpora nel gruppo. Per questo cita come esempio l’acquisto della compagnia irlandese Aer Lingus nel 2014, in un momento in cui c’era “qualche preoccupazione” sul futuro e invece è il vettore cresciuto di più all’interno del consorzio.
La valutazione dell’azienda è aumentata: nel 2022 proveniva da risultati negativi e attualmente è in utile (55 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno).



