Roots-in, la borsa del turismo delle origini accoglie oltre 500 operatori

Roots-in, la borsa del turismo delle origini accoglie oltre 500 operatori
23 Novembre 14:02 2022 Stampa questo articolo

Un laboratorio permanente per monitorare e far crescere il turismo delle origini: questa una delle mission lanciate in occasione di “Roots-in”, la prima borsa internazionale sul turismo delle origini. Diventato un appuntamento annuale il progetto organizzato da Regione e Apt Basilicata in collaborazione con Enit e la dg per gli Italiani all’Estero del Ministero degli Affari esteri, e svoltosi presso l’UnaHotel MH Borgo Venusio, ha visto la partecipazione di oltre 500 operatori e stakeholder del turismo italiano e internazionale

«Abbiamo voluto creare – ha sottolineato  il direttore generale di Apt Basilicata, Antonio Nicoletti – un evento internazionale dedicato a un segmento turistico che esiste da sempre, ma che è ancora troppo poco conosciuto e valorizzato, come il turismo delle origini. Un’intuizione nata nell’ambito del nostro piano strategico del marketing turistico, e attuata grazie al fondamentale supporto di Enit e Maeci. La collaborazione istituzionale e i risultati raggiunti, dimostrano che la volontà di fare sistema su tematiche di rilevanza nazionale può portare risultati significativi per gli operatori e per il posizionamento della nostra piccola-grande regione».

E proprio il dialogo fra pubblico e privato è stato al centro dell’intervento di Sandro Pappalardo, rappresentante della Conferenza Stato regioni nel cda di Enit. «L’Italia – dichiara – è fra le mete più sognate al mondo. Occorre potenziare il posizionamento strategico della Penisola per tradurlo non solo in un’offerta sempre più performante e personalizzabile declinabile su target diversi di mercato ma anche per implementare il travel purchase del brand italia e consentire all’Italia di essere sempre in cima alle scelte di viaggio internazionali. E’ un turismo che potenzieremo ulteriormente anche in vista dell’Anno delle radici nel 2024. Un modo di distribuire i flussi su tutto l’anno (con un piccolo picco ad agosto) coinvolgendo molto i giovani che vogliono riscoprire le proprie origini».

Di interesse poi la riflessione di Giovanni Maria de Vita, responsabile Turismo delle Radici Dgit Maeci che ha evidenziato come:  «I discendenti degli italiani che vivono all’estero rappresentano una grande opportunità per il turismo emozionale, ma dobbiamo considerarli non come un bene economico, ma come uno straordinario patrimonio di relazioni, di storia, di identità. Nell’ambito del progetto PNRR dedicato al turismo delle radici, vogliamo mettere a disposizione di questo valore una serie di servizi come il Passaporto delle radici, con una serie di incentivi per venire in Italia, o la digitalizzazione delle anagrafi comunali e tanto altro».

Sulle opportunità aperte dal Pnrr per il recupero dei borghi è intervenuto Angelantonio Orlando, direttore generale per l’attuazione del Pnrr del ministero della Cultura, che si è soffermato in particolare sui progetti lucani approvati: «La Basilicata è una delle regioni che più di altre ha fornito progettualità sui bandi del Pnrr dedicati ai Borghi. Su circa 40 progetti presentati ben 18 hanno superato la selezione per un investimento complessivo di 30 milioni di euro. Stiamo pensando di aggiungere una quota significativa di risorse nell’ambito del Fsc 2021 – 2027 per far scorrere la graduatoria dei comuni».

E Il turismo delle origini si inserisce in modo coerente con la strategia della Basilicata per il recupero dei borghi, come ha sostenuto Gianpiero Perri, consigliere scientifico per l’attuazione del Pnrr della Presidenza della Giunta regionale: «Gran parte della Basilicata è area interna. I borghi lucani rappresentano una priorità strategica per la giunta regionale. Per questo la dimensione dell’impegno profuso non ha precedenti. La Basilicata è capace di aggiungere bellezza alla bellezza ereditata. In questo cammino è necessario lo sforzo di tutti sapendo che non bisogna avere paura di occhi ed idee che arrivano dall’esterno. La felice esperienza di Matera 2019 è la sintesi perfetta di quello che la Basilicata può fare».

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