Sovraccarico di informazioni: quanto pesa in agenzia di viaggi?

Sovraccarico di informazioni: quanto pesa in agenzia di viaggi?
08 Agosto 13:00 2025

Il sovraccarico di informazioni non fa bene alle agenzie di viaggi. Secondo un’indagine di Sabre, pubblicata in occasione della convention Gbta (Global Business Travel Association) negli Stati Uniti, infatti, oltre il 91% delle adv utilizza quattro o più sistemi di prenotazione, e più della metà ne gestisce sette o anche di più.

Ciò chiaramente implica una dispersione che incide direttamente sulla produttività, la redditività e la soddisfazione del personale compromettendo al contempo l’esperienza del cliente. Sabre ha svolto la sua indagine in 14 Paesi, coinvolgendo agenzie grandi e piccole in America, Europa, Asia e Oceania.

«Tutti i settori si confrontano con la frammentazione nell’era digitale – ha dichiarato Jen Catto, chief marketing officer di Sabre – Nella pubblicità si tratta di attenzione frammentata. Nella televisione, di programmazione frammentata. Nella finanza, di dati frammentati. I viaggi non sono mai stati semplici, ma in un ambiente a contenuto multisorgente, la frammentazione sta generando nuovi livelli di complessità e comincia a farsi sentire. Le agenzie ci hanno parlato chiaramente: vogliono semplicità. Vogliono un accesso unificato. E vogliono una tecnologia che le aiuti a servire il
viaggiatore, non a rallentarle».

I NUMERI (E L’AI)

Dunque, il numero di fonti di contenuto è aumentato negli ultimi tre anni e va gestito: lo afferma un corposo 75% delle agenzie di viaggi, con oltre l’80% che ritiene come un accesso unificato tramite un’unica piattaforma consentirebbe di ridurre i costi tecnologici. Sabre riporta un dato inequivocabile: quasi il 90% delle agenzie gestisce quattro o più integrazioni Api, e più della metà considera il carico tecnologico una sfida significativa.

Il fenomeno riguarda tutti, ma in particolare colpisce le grandi agenzie e la regione Asia-Pacifico. L’uso di più sistemi, spiega l’indagine Sabre, non solo aumenta la complessità di lavoro, fa lietivare i costi e rende difficile un’esperienza coerente al cliente, ma rallenta anche la formazione dei nuovi agenti.

Una soluzione promettente non può che arrivare dall’intelligenza artificiale, non più una novità nel turismo: la quasi totalità degli agenti, il 91%, crede che l’Ai possa migliorare sia la produttività sia l’esperienza del cliente. Tuttavia, il 41% esprime preoccupazione per le implicazioni a lungo termine sull’occupazione, sottolineando l’importanza di un’implementazione responsabile.

“Le agenzie non vogliono meno contenuti, ma meno sistemi per accedervi – commenta a margine Sabre – L’obiettivo è unificare le diverse fonti, dalle tradizionali all’Ndc, per un ecosistema più aperto, connesso ed efficiente con una minore complessità tecnica che fornisca maggiore intuizione alle agenzie”.

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Giulia Di Camillo
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