Tatiana Rigon e l’agenzia di viaggi Barbie-style

10 Giugno 07:00 2025

Barbie come icona di stile, come donna perseverante e padrona del proprio destino. Come Tatiana Rigon, mente sofisticata del turismo organizzato italiano e oggi professionista freelance che ha messo in piedi un format di agenzia di viaggi personale, riconoscibile e pertanto di successo.

Tatiana Rigon creditladvIl suo è un boudoir e il nome un gioco di parole che si legge “La Gente dei Viaggi”, si trova in Viale Riviera Berica a Vicenza ed è differente. Lo è perché è accogliente e social, più salotto che ufficio, tanto rosa e a tema Barbie. Tatiana di bambole Mattel ne ha 110 per la precisione, tutte da collezione, alcune introvabili. E ciascuna, così come accade per ogni viaggio, con dietro una storia da raccontare.

Agente per scelta?
«Per scelta. Mi sono laureata a Verona in Lingue e Culture per il Management Turistico, durante l’università ho fatto un primo stage in un’agenzia di viaggi e ho capito che quello era un lavoro che poteva piacermi. Mi sono laureata nel 2007, e ho fatto un successivo stage aziendale semestrale in un’altra agenzia, ma a Vicenza, dove sono rimasta fino al 2021. Lì ho praticamente appreso il mestiere, e prima di laurearmi ho ottenuto anche il patentino da accompagnatrice turistica di cui vado molto fiera».

Da banconista a professionista freelance…
«Ho imparato il lavoro sul campo, facendo la banconista e occupandomi praticamente di tutto, dalla biglietteria ai viaggi di nozze. Ho scelto poi di licenziarmi e prendere la mia strada, dando più flessibilità a me stessa e ai miei clienti. Io ricevo solo su appuntamento, e le persone apprezzano tantissimo questa opportunità. Magari la gente, che lavora, è più libera di sera e nel weekend e cerco dunque di rendermi disponibile in base alle esigenze. La perfezione non esiste, ma nel nostro mestiere bisogna ambire certamente alla disponibilità e all’empatia con entusiasmo, e soprattutto trasmettere la nostra professionalità, che ha un valore».

Il mondo Barbie affascina. Com’è nato tutto?
«Ho sempre amato le Barbie fin da piccola, ne avevo tantissime. La mia prima Barbie da collezione l’ho ricevuta nel 1988 e oggi ne ho 110, sono una parte importante del mio budoir dove il colore rosa è prevalente, così come nel mio look. Le espongo 10-15 per volta, periodicamente, piacciono molto e sono anche un modo per entrare in sintonia con i miei clienti. Per me Barbie rappresenta la donna che sa cosa vuole dalla vita, che è padrona del proprio destino, icona di stile, perseveranza e caparbietà. Mi rivedo molto in questa figura, e mi ha permesso di distinguermi. Nel nostro lavoro bisogna saperlo fare, arrivare a una propria unicità».

Perché boudoir e non agenzia di viaggi?
«Il mio è un ambiente personalizzato al massimo, rispecchia la mia personalità. Boudoir significa “salottino”: venire da me è come venire a casa, le persone si sentono a loro agio. A seconda dell’orario offro il caffè, snack, un aperitivo. Le vetrine sono offuscate, proprio per creare intimità. C’è il divano, un grande planisfero da ispirazione dove attacco le foto dei miei clienti, mobili originali degli anni Sessanta di mia nonna. C’è un grande tavolo e una tv, e organizzo anche serate a tema o corsi come fossi uno spazio di accoglienza. La parola boudoir è entrata nel linguaggio colloquiale dei miei viaggiatori».

Il tuo approccio implica formazione continua…
«Non faccio biglietteria, ma solo viaggi completi: tour, pacchetti personalizzati, honeymoon. Questo anche alla luce della formazione continua che porto avanti. Ogni settimana mi dedico allo studio e all’aggiornamento perché voglio
che la mia proposta sia sempre puntuale e coerente con i tempi che corrono. Chi viene da me deve potersi fidare al 100%».

Sei bravissima con i social…
«Sono importanti, l’ho capito soprattutto durante il Covid e quindi sono molto attiva. Bisogna metterci la faccia, e in questo modo entri anche nella quotidianità delle persone. I social mi hanno fatto fare centro nel cuore delle nuove generazioni».

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Giulia Di Camillo
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