Tasse e controlli. È il modello Trump applicato al turismo, messo nero su bianco nel famoso One Big Beautiful Bill Act, recentemente promulgato. Tra moduli da riempire, costi da sostenere e selfie da inviare, ecco cosa cambia per chi si prepara a un viaggio negli Stati Uniti.
LA VISA INTEGRITY FEE
I viaggiatori e gli studenti internazionali che entreranno negli Stati Uniti con un visto non-immigrant dovranno presto pagare una tassa supplementare di 250 dollari. È la “tassa per l’integrità del visto”, creata con il famoso One Big Beautiful Bill Act, recentemente promulgato dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Secondo la disposizione, i viaggiatori potrebbero anche ottenere il rimborso della tassa.
I dettagli sulla nuova tassa sono scarsi, causando «problemi significativi e interrogativi senza risposta in merito all’attuazione», ha dichiarato a Cnbc Travel un portavoce della U.S. Travel Association.
Ecco cosa sappiamo finora.
A QUANTO AMMONTA LA TASSA?
La tassa sarà di almeno 250 dollari durante l’anno fiscale statunitense 2025, che va dal 1° ottobre 2024 al 30 settembre 2025. Tuttavia, il dipartimento alla sicurezza interna (Dhs) è libero di aumentare l’importo, secondo la disposizione. In seguito, la tassa per l’integrità del visto verrà adeguata all’inflazione.
CHI DEVE PAGARLA?
La “tassa per l’integrità del visto” si applica a tutti i visitatori che necessitano di visti non-immigranti, inclusi turisti, viaggiatori d’affari e studenti internazionali. Molti visitatori, inclusi quelli provenienti da Italia, Australia, Giappone e molti altri Paesi europei per turismo, potrebbero non doverla pagare, grazie all’ingresso senza visto (tramite Esta) previsto dal programma Visa Waiver, il cui costo è stato quasi radddoppiato. L’amministrazione Trump sta inoltre pensando a una procedura ‘veloce’ per l’ottenimento del visto, al costo di mille dollari.
QUANDO SI PAGA?
La tassa viene pagata al momento del rilascio del visto, secondo la disposizione. Pertanto, i visitatori la cui richiesta di visto viene respinta non saranno soggetti ad alcun addebito.
LA TASSA NE SOSTITUISCE ALTRE?
No, la disposizione stabilisce che la nuova tassa si aggiunge ad altre tasse, comprese le tasse sul visto ordinario. «Per esempio, un lavoratore H-1B che già paga una tassa di richiesta di 205 dollari, potrebbe dover pagare un totale di 455 dollari, una volta che questa tassa sarà in vigore», ha scritto Steven A. Brown, socio dello studio legale specializzato in immigrazione Reddy Neumann Brown Pc, in un post sul sito web del suo studio, come riportato dalla Cnbc.
Inoltre, la tassa deve essere pagata in aggiunta alla tassa sul modulo I-94, che il One Big Beautiful Bill Act ha aumentato da 6 a 24 dollari. Tale tassa deve essere pagata da chiunque sia tenuto a presentare un modulo I-94 per la registrazione di arrivo e partenza, che si applica alla maggior parte dei viaggiatori.
COME OTTENERE IL RIMBORSO
Per ottenere il rimborso, i titolari di visto devono rispettare le condizioni del visto, che includono il «non accettare lavoro non autorizzato» e non rimanere oltre la data di validità del visto di oltre cinque giorni. I rimborsi saranno effettuati dopo la scadenza del visto di viaggio.
Sulla procedura di rimborso, però, rimangono molti interrogativi. dato che molti visti hanno una validità di diversi anni, il Congressional Budget Office (Cbo) degli Stati Uniti ha affermato di prevedere che solo «un piccolo numero di persone richiederà il rimborso».
Inoltre, «il Cbo prevede che il dipartimento di Stato potrebbe impiegare diversi anni per implementare una procedura di rimborso. Su questa base, il Cbo stima che l’attuazione della disposizione aumenterebbe le entrate e ridurrebbe il deficit di 28,9 miliardi di dollari nel periodo 2025-2034».
COSA NON SAPPIAMO
Secondo Brown, la tassa non è ancora stata applicata e non è chiaro quando entrerà in vigore. «Credo che servirebbe un regolamento, o almeno un avviso sul Federal Register, per quanto riguarda l’applicazione della riscossione», ha affermato Brown.
Non è chiaro nemmeno come i viaggiatori pagheranno la tassa, ha dichiarato la U.S. Travel Association alla Cnbc. «La legge impone al segretario del Dhs di addebitare la tassa, ma il Dhs non è responsabile del processo di richiesta, rilascio o rinnovo del visto: quindi dove e quando il Dhs riscuoterà la tassa?», ha dichiarato il portavoce.
In risposta alle richieste di informazioni della Cnbc, un portavoce del dipartimento della sicurezza interna ha dichiarato che «la tassa per l’integrità del visto richiede un coordinamento interagenzia prima dell’attuazione”.
LO SCOPO DELLA TASSA
«La legge fornisce le politiche e le risorse necessarie per ripristinare l’integrità del sistema di immigrazione del nostro Paese», ha dichiarato alla Cnbc un portavoce del dipartimento alla sicurezza interna.
I dati mostrano che la maggior parte dei titolari di visto rispetta i termini del visto. Secondo lo U.S. Congressional Research Service, negli anni fiscali tra il 2016 e il 2022, tra l’1% e il 2% dei visitatori non immigrati ha superato la durata del visto negli Stati Uniti.
Tuttavia, si stima che il 42% dei circa 11 milioni di cittadini irregolari residenti negli Stati Uniti sia entrato legalmente nel Paese.
La nuova tassa, insieme alla tassa I-94, arriva mentre gli Stati Uniti si preparano a ospitare diversi eventi importanti nel 2026, tra cui le celebrazioni “America 250”, per il 250° anniversario del Paese, e la Coppa del Mondo maschile di calcio.
LA NOVITÀ DEL SELFIE
Una delle novità più significative, introdotte nella procedura di richiesta dell’Esta (Electronic System for Travel Authorization) per l’ingresso negli Stati Uniti è l’obbligo di caricamento di un selfie da parte del richiedente.
Questa nuova procedura, implementata per rafforzare la sicurezza e migliorare l’accuratezza delle verifiche, richiede che ogni viaggiatore alleghi alla propria domanda un’immagine recente e chiara del proprio volto, ha tenuto a specificare Visit Usa Italia. È fondamentale che il selfie rispetti specifici criteri di qualità e formato, similmente a quanto richiesto per le fototessere dei documenti d’identità.
Un selfie non conforme ai requisiti – sfocato, con illuminazione insufficiente, in cui il volto non sia ben visibile o con elementi che ne alterino il riconoscimento – può comportare il rifiuto o l’annullamento della richiesta.



