Golfo Persico verso il visto unico in stile Schengen

Golfo Persico verso il visto unico in stile Schengen
13 Novembre 11:57 2025

Il Golfo Persico come l’area Schengen. Il consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc) ha approvato un sistema di viaggio one stop, progettato per semplificare gli spostamenti transfrontalieri per i cittadini dei sei Stati membri, sull’esempio europeo. Il nuovo sistema – anticipato qui – consentirà ai cittadini degli Stati membri di completare i controlli di immigrazione, doganali e di sicurezza presso un unico punto di controllo all’arrivo, riducendo i tempi di attesa.

Gli Emirati Arabi Uniti (Uae) e il Bahrain sono stati selezionati per sperimentare la prima fase del progetto, che sarà avviata a dicembre e riguarderà solo i voli aerei tra i due Paesi. Gli altri Paesi a far parte del blocco sono Arabia Saudita, Kuwait, Oman e Qatar.

In caso di successo, il sistema sarà esteso a tutti gli altri Stati membri del gruppo, gettando le basi per il visto turistico unificato in stile Schengen, pianificato da tempo nella regione, con cui sarebbe dunque possibile visitare tutti i Paesi che affacciano sulla costa occidentale del golfo Persico (tranne l’Iraq). A parlarne sono i media della regione e il sito di informazione di settore Skift.

Il sistema si baserà su una piattaforma elettronica condivisa che consentirà agli Stati membri di monitorare e scambiare informazioni sulle violazioni relative ai viaggi. Per una regione che da anni parla di mobilità transfrontaliera senza soluzione di continuità, questo è il primo passo concreto, con una data fissata. E sebbene questo possa sembrare un esperimento tecnico, i funzionari del turismo di tutta la regione vedono qualcosa di molto più grande. Il Golfo vuole competere con le destinazioni globali consolidate e una mobilità più semplice fa parte di questo piano.

VERSO UN SISTEMA IN STILE SCHENGEN

Se la sperimentazione avrà successo, il visto turistico unificato del consiglio di cooperazione del Golfo, a lungo discusso, simile nell’idea allo spazio Schengen europeo, diventerà molto più facile da implementare. Il nuovo programma consentirebbe ai cittadini non residenti di visitare i sei Paesi della regione con un unico visto, chiamato la Gcc Grand Tours Visa.

Il visto unificato è in fase di elaborazione da quando i ministri ne hanno discusso per la prima volta, in una conferenza del 2023 a Dubai. L’approvazione ufficiale è arrivata un anno dopo. «Un visto unificato integrerebbe di fatto sei destinazioni in un unico itinerario interconnesso», ha dichiarato a The National – quotidiano emiratino – Victor Abou-Ghanem, amministratore delegato di Story Hospitality, una sussidiaria di Abu Dhabi Capital Group, con sede negli Emirati Arabi Uniti.

SI PUNTA SUL TURISMO

Il turismo è il filo conduttore che tiene unita l’iniziativa. Gli Emirati Arabi Uniti puntano a raggiungere 40 milioni di ospiti alberghieri entro il 2031. L’Arabia Saudita si è posta obiettivi ancora più ambiziosi. Gli Stati del Golfo più piccoli, come l’Oman e il Qatar, vedono nel turismo un modo per diversificare le proprie economie.

Un visto unificato potrebbe prolungare i soggiorni dei visitatori e rendere più possibili gli itinerari multi-Paese. Allo Skift Global Forum East del 2023, Raki Phillips, allora ceo della Ras Al Khaimah Tourism Development Authority, affermò che un permesso di tipo Schengen faciliterebbe l’attraversamento delle frontiere da parte dei viaggiatori e potrebbe potenziare gli spostamenti interregionali all’interno del Golfo.

La strategia turistica congiunta del consiglio di cooperazione del Golfo mira a un aumento annuo del 7% delle visite in entrata e a un obiettivo di 128,7 milioni di visitatori entro il 2030. Un sistema di viaggio più integrato è fondamentale per raggiungere questo obiettivo.

LE LACUNE

Il progetto pilota di dicembre è solo un primo test e mancano ancora molti dettagli. I funzionari non hanno spiegato come funzionerà la tecnologia condivisa, che tipo di dati verranno scambiati o come verranno risolte le controversie.

Le lacune infrastrutturali rappresentano un’altra sfida. I sei Paesi del Gcc hanno sistemi aeroportuali e protocolli di sicurezza molto diversi. Allinearli richiederà tempo, denaro e volontà politica. E sebbene i governi della regione affermino di essere impegnati, il ritmo dell’adozione potrebbe variare. Non tutti i Paesi procederanno alla stessa velocità.

  Articolo "taggato" come:
  Categorie

L'Autore

Patrizio Cairoli
Patrizio Cairoli

Guarda altri articoli