Federalberghi: “Italia prima in Europa per capacità ricettiva”

Federalberghi: “Italia prima in Europa per capacità ricettiva”
28 Novembre 12:38 2025

Quasi 33.000 hotel, oltre un milione di camere e 2,3 milioni di posti letto. Italia sul trono d’Europa per capacità ricettiva alberghiera, in base ai dati forniti dal X Rapporto sul sistema alberghiero e turistico ricettivo italiano, realizzato da Federalberghi, che ha diffuso una breve anteprima. Un comparto, ricorda il World Travel and Tourism Council (Wttc), nel 2024 rappresentava l’11% del Pil nazionale.

La sintesi del rapporto è disponibile nella sezione “Rapporti e indagini” del sito federalberghi.it.

COMANDANO I TRE STELLE

Il rapporto evidenzia che la categoria più numerosa è quella media, ovvero quella dei 3 stelle e delle Rta (Residenze turistico alberghiere). A questo gruppo appartengono 18.182 hotel equivalenti al 55,2% dell’offerta. Delle categorie più alte, invece, fanno parte il 22,5% degli alberghi e, in particolare, sono 6.639 i 4 stelle e 771 i 5 stelle. Gli alberghi a 1 e 2 stelle rappresentano invece il 22,3% (sono rispettivamente 2.339 e 5.002).

Uno scenario profondamente cambiato dal 2000 a oggi: all’inizio del terzo millennio la categoria più numerosa era quella degli alberghi a 1 e 2 stelle che rappresentavano il 49,3% dell’offerta. I 3 stelle e le Rta erano il 42,2% mentre ai 4 e 5 stelle appartenevano appena l’8,5% degli alberghi.

Parallelamente a questo processo di riqualificazione, c’è stato un ampliamento della dimensione media degli alberghi: tra il 1980 e il 2024 i letti per albergo sono passati da una media di 37,6 a 69,3.

REGIONI, IN TESTA IL TRENTINO-ALTO ADIGE

Analizzando più nel dettaglio la distribuzione delle strutture su tutta la Penisola, la maggioranza degli esercizi alberghieri italiani (il 58,2%) e dei relativi posti letto (il 51%) si concentra nelle regioni del nord. Quella con il numero maggiore è il Trentino-Alto Adige (5.380 alberghi), seguita dall’Emilia-Romagna (4.074), dal Veneto (3.133), dal Lazio (2.864), dalla Lombardia (2.832), e dalla Toscana (2.712).

La classifica della capacità ricettiva, espressa in termini di camere, vede in testa l’Emilia-Romagna (141.578), seguita da Trentino-Alto Adige (123.439), Veneto (108.992) e Lazio (108.217). Diversa la situazione nel sud e nelle isole, dove sono caratterizzati da una dimensione media maggiore. In questo quadro, le regioni in cui gli alberghi hanno la dimensione media più grande sono la Calabria (119,6 posti letto), la Sardegna (108,6), la Puglia (100,2) e la Sicilia (92,9).

LA DOMANDA

Per quanto riguarda la domanda di servizi alberghieri, il 61% delle presenze turistiche registrate nel 2024 in Italia (pari in valore assoluto a 283,9 milioni di presenze) ha soggiornato negli alberghi. Rispetto all’anno precedente l’aumento è stato del 3,1%. Gli arrivi sono stati 96,4 milioni: il 2,9% in più rispetto al 2023.

Entrando ancora di più nello specifico sulla provenienza dei viaggiatori, 47,5 milioni di arrivi e 134,7 milioni di presenze alberghiere riguardano turisti italiani. Gli stranieri, invece, hanno fatto registrare 48,9 milioni di arrivi e 149,2 milioni di presenze.

Si conferma dunque che, in riferimento agli italiani, rispetto all’anno precedente c’è stato un calo degli arrivi e delle presenze. In aumento, invece, gli stranieri, tra arrivi e presenze.

BOCCA: «IL SISTEMA TIENE»

Sul quadro emerso dal rapporto ecco il pensiero del presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca: «È un sistema che tiene. La capacità ricettiva ci contraddistingue in tutta Europa, sempre più visitatori orientano la propria scelta su un soggiorno in hotel e, ultimo ma non da ultimo, la crescita del turismo straniero a sua volta rivela la qualità di un’offerta che non delude, anzi fidelizza il viaggiatore».

Tutto bene, quindi, nonostante gli scenari di guerra: «Il quadro internazionale nell’ultimo anno ha presentato diversi ostacoli che certo non hanno facilitato il movimento turistico straniero. I conflitti e la drammatica situazione in Medio Oriente hanno provocato un poderoso colpo di freno rispetto agli anni passati. Nel contempo, il nostro turismo interno ha subito una battuta d’arresto dovuta al sempre più alto costo della vita».

«Io credo davvero che oggi – ha concluso Bocca – ogni seppur lieve crescita vada considerata al doppio del suo valore, poiché essa mostra l’andamento delle scelte di un turismo globale, capace di abbattere l’incertezza del progetto viaggio, anche a fronte di situazioni di potenziale pericolo. I dati, ribadisco, ci parlano di un sistema solido, ben distribuito, di strutture che hanno colto la sfida della riqualificazione per una maggiore competitività. Certo, c’è sempre la possibilità di migliorare, dovremo concentrarci su questo. Ma intanto continuiamo a fare ciò che ci caratterizza, vigiliamo sul futuro».

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