Alitalia: sì al piano industriale,
ma chi riempirà le casse?

16 Marzo 11:46 2017 Stampa questo articolo

Il cda di Alitalia ha approvato il piano industriale 2017-2021, che prevede una riduzione dei costi per 1 miliardo di euro entro la fine del 2019 e circa 2mila esuberi, ma resta il punto interrogativo su chi dovrà sopportare i costi tra Etihad e Unicredit-Intesa.

Spazio quindi al modello low cost sul corto raggio con l’idea di investire su Milano Linate per i collegamenti con Sardegna e Sicilia. Sul lungo raggio, invece, l’obiettivo è rimanere full service e potenziare le rotte atlantiche.Grande attenzione, infine, alla contrattazione di nuovi accordi con i fornitori.

I punti salienti del piano, che verrà presentato oggi al governo e successivamente ai sindacati, stimano un aumento dei ricavi del 30% entro la fine del 2019 con il ritorno all’utile per lo stesso anno.

In attesa dell’ufficialità del nuovo presidente, Luigi Gubitosi – che dovrebbe sostituire il dimissionario Luca Cordero di Montezemolo – il nodo resta il fabbisogno finanziario della compagnia. Il piano ha varato una manovra finanziaria di circa 900 milioni di euro, dei quali circa 500 milioni dovrebbero comportare una nuova iniezione di liquidità da parte dei soci. Se Etihad è disposta a investire circa la metà della somma, il 51% dovrebbe metterlo la Cai, cioè le banche Unicredit e Intesa e i soci minori (ex capitani coraggiosi).

Ma secondo quando riporta Il Sole 24 Ore, i 900 milioni stimati non sarebbero sufficienti. Il quotidiano di Confindustria riporta come “Riccardo Ranalli, il commercialista incaricato di asseverare il piano per la ristrutturazione finanziaria, ha individuato un fabbisogno di altri 500 milioni di euro per far fronte al rischio che le previsioni di Ball di forte aumento dei ricavi – e quindi di miglioramento dei conti con l’utile nel 2019 – non si realizzino”.

Intanto, però, Cramer Ball è destinanti alla riconferma come ad della società e si attendono ulteriori novità rispetto alle cariche che verranno conferite a Gubitosi.

«Con l’approvazione della seconda fase del piano industriale, possiamo accelerare il rilancio di Alitalia. Nella prima fase, abbiamo ricostruito il brand e fatto importanti investimenti nella formazione del personale e nelle nuove tecnologie; progressi che ci permetteranno ora di proseguire lungo il percorso necessario di profondo cambiamento», ha affermato l’amministratore delegato di Alitalia, Cramer Ball.

L’operazione low cost sul corto raggio
Il nuovo piano passa per 4 pilastri. In primis la rivisitazione del modello di business con gli aerei narrow body per i collegamenti di breve e medio raggio che voleranno di più e offriranno più posti. Verrà introdotto un nuovo servizio di acquisti a bordo insieme a tariffe più convenienti. Il tutto nell’ottica di incrementare i ricavi e ridurre significativamente i costi.

I collegamenti di lungo raggio, invece, continueranno a essere basati su un modello full-service, “mantenendo comunque grande attenzione sul fronte dei costi e dell’efficienza. Dopo aver riconfigurato l’intera flotta di A330, sarà completato anche su tutti i Boeing 777 l’introduzione di un nuovo sistema di intrattenimento di bordo e di connettività wifi. Un nuovo Boeing B777-300ER entrerà in flotta in agosto diventando, con i suoi 382 posti, la nuova ammiraglia della compagnia”, sottolinea la nota di Alitalia.

Potenziare le rotte atlantiche
Il secondo pilastro del piano è quello relativo alla riduzione dei costi e all’incremento della produttività. Le azioni saranno quelle di adeguare i contratti con i fornitori come quelle del leasing aereo, dei gds, del catering di bordo, dei servizi di assistenza a terra e in aeroporto. L’obiettivo è quello di rendere Alitalia competitiva rispetto ai vettori low cost continentali.

L’ottimizzazione del network e delle partnership è l’altro fattore-chiave del piano industriale. Il piano prevede che entro il 2018 Alitalia riequilibrerà la sua flotta di breve e medio raggio, riducendola di 20 aerei. Dall’altro lato, invece, il cda prevede inoltre di incrementare il numero dei suoi voli dall’Italia verso le Americhe e di consolidare la propria offerta su Milano Linate, in Sicilia e in Sardegna.

Ultimo pilastro del piano, infine, è lo sviluppo di nuove iniziative commerciali sfruttando gli investimenti in tecnologia per incrementare i ricavi.

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L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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