Allarme Pmi, Wef: il 67% lotta per la sopravvivenza

Allarme Pmi, Wef: il 67% lotta per la sopravvivenza
06 Dicembre 07:00 2022 Stampa questo articolo

Small Business, Big Problem. Ovvero: piccole imprese, grandi problemi. È l’oggetto della nuova ricerca del World Economic Forum (Wef) e della National University of Singapore Business School che, intervistando un campione di dirigenti delle Pmi del mondo, ha rivelato che il 67% di queste ha dinanzi una sfida epocale: la sopravvivenza. A mettere sotto pressione le aziende minori: margini bassi, necessità di ridimensionare il business, ma nel contempo espandersi su nuovi mercati e interfacciarsi con mutati clienti/consumatori.

Il rapporto, intitolato “Future Readiness of SMEs and Mid-Sized Companies: A Year On”, ha preso a esame le aziende reduci dalla pandemia analizzando oltre 200 articoli e interrogato circa 800 capi di piccole e medie dimensioni.

Ma sopravvivere non è di certo l’unica sfida. Il 48% degli intervistati ha segnato tra le big challenge l’acquisizione e la fidelizzazione dei talenti, il 34% cultura e valori, il 24% i finanziamenti e l’accesso al capitale, il 22% gli ambienti di politica aziendale “non favorevoli”.

Dal Wef anche un suggerimento per rendersi più resilienti: in primis intercettando business più solidi e, grazie alla tipica agilità delle Pmi, perseguendo un approccio strategico alla gestione dei talenti, avviando gradualmente la trasformazione digitale e attuando misure di sostenibilità specifiche, a seconda del livello di maturità dell’azienda in tale ambito.

Su tutto, poi, secondo il Wef, è fondamentale che politici, investitori e stakeholder “facciano tutto ciò che è nelle loro capacità per contribuire a costruire la readiness futura” di questo prezioso segmento dell’economia.

«La business community si sta attrezzando per tenere testa ai maggiori problemi che il mondo deve affrontare. Le Pmi sono elementi chiave in tale contesto. Questo rapporto fa luce su alcuni spazi di opportunità per il segmento», ha commentato Børge Brende, presidente del World Economic Forum.

Rashimah Rajah, professore presso la National University of Singapore, coautore principale del report, ha aggiunto: «Le piccole e medie imprese hanno punti di forza unici per la loro agilità nell’orientare i modelli di business. Assumendo e sviluppando gli asset giusti, possono avviare un cambiamento interno ed esterno positivo più velocemente delle aziende più grandi. Tuttavia, per esprimere appieno il loro potenziale, hanno anche bisogno del supporto della politica nel riconoscere le loro credenziali e nel premiare le iniziative di sostenibilità».

Il Wef sfrutterà le intuizioni espresse nel rapporto per supportare ulteriormente le Pmi nel loro viaggio verso il futuro. In particolare, attraverso la New Champions Community, il Forum amplificherà le voci delle medie imprese, accogliendo le candidature di quelle più lungimiranti e aperte a nuovi modelli di business.

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