Anche Parigi e Bordeaux tirano il freno su Airbnb

13 Luglio 07:00 2017 Stampa questo articolo

Si estende anche alla Francia la lotta di comuni e governi del vecchio continente contro Airbnb. A voler regolamentare una situazione divenuta per molti versi ormai insostenibile, è stata per prima Parigi il cui consiglio comunale ha votato all’unanimità alla fine di giugno una misura che consente ai comuni di più di 200mila abitanti, e a quelli dell’hinterland cittadino, di stabilire un numero massimo di notti che ciascun proprietario potrà destinare agli affitti di corta durata, 120 in un anno.

La disposizione, che entrerà in vigore a dicembre, farà sì quindi che a ogni host di Airbnb (e di analoghe piattaforme) venga assegnato un numero di registrazione, in modo da consentire alle autorità di controllare l’effettiva durata degli affitti brevi.

Sulla stessa linea della Ville Lumière si è schierata anche Bordeaux, altra città che negli ultimi anni ha assistito a un vero e proprio boom del fenomeno. «In città sono circa 6mila gli appartamenti che utilizzano Airbnb – ha detto il sindaco Alain Juppé – con una crescita del fenomeno che è stata esponenziale». Adesso, prima di iscriversi al portale, i proprietari di casa dovranno non solo effettuare una registrazione in Municipio, ma anche affittare le loro abitazioni per non più di quattro mesi l’anno. Oltre a effettuare ufficialmente un cambiamento d’uso del loro immobile.

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Giorgio Maggi
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