Arkus-Alpitour, la resa dei conti

03 Maggio 15:30 2019 Stampa questo articolo

Come cecchini sui tetti, in molti erano pronti a sparare su Arkus, protagonista di una chiacchieratissima scalata al travel. L’occasione ghiotta è arrivata qualche giorno fa, quando l’Enac – sì, proprio l’ente nazionale per l’aviazione civile – ha inviato un comunicato stampa istituzionale per annunciare che Neos, la compagnia aerea del Gruppo Alpitour, aveva sospeso i servizi charter per Partours Spa, società che ha preso in affitto il ramo tour operating di Arkus Network e oggi annovera nel suo paniere outgoing Best Tours Italia, Metamondo, Travel Partners World e da ultimo I Viaggi di Atlantide.

La ragione della scelta? “I mancati pagamenti”, aveva spiegato l’Enac senza giri di parole, pur non menzionando direttamente il nome dell’operatore interessato, ovvero I Viaggi di Atlantide, che nella sua precedente gestione avrebbe generato massicci debiti con la compagnia aerea. Nella stessa nota, l’ente aveva assicurato l’impegno di Neos nella riprotezione dei passeggeri, invitando “i clienti in possesso di coupon di viaggio emessi dal tour operator Partecipazioni per il Turismo a mettersi in contatto con le agenzie di viaggi per maggiori  informazioni sull’operatività dei voli acquistati”.

Solo a distanza di poche ore dal comunicato Enac, è arrivata la ferma replica di Arkus sulla vicenda Neos-Partours. Attraverso una nota diffusa il primo maggio, la società ha fatto sapere di non aver “mai stipulato con autonoma volontà negoziale accordi commerciali” con il vettore del Gruppo Alpitour, a cui “pertanto nulla deve”.

E ancora: “Partecipazioni per il Turismo non ha alcuna responsabilità oggettiva nella vicenda del tutto arbitrariamente segnalata da Neos. Tantomeno nei confronti dei passeggeri, non avendo mai rilasciato qualsivoglia titolo di viaggio”, ha spiegato l’azienda, dichiarandosi “pronta a offrire tutte le informazioni, anche documentali” sulla questione. Ferma restando l’intenzione di “replicare” a Neos-Alpitour con “opportune azioni, nelle competenti sedi, nonché per il ristoro di tutti i danni subiti e subendi conseguenti all’illegittima condotta dei soggetti responsabili”.

Una vera e propria sfida lanciata al Gruppo torinese, in reazione a quello che è stato interpretato come un attacco diretto alla vigilia dell’alta stagione.

Del resto, la stessa Arkus – acquisizione dopo acquisizione – aveva più volte palesato l’intenzione di strutturarsi come terzo polo turistico, in concorrenza con il Gruppo Alpi controllato dalla Tip di Giovanni Tamburi e con il colosso Uvet di Luca Patanè.

Un ingresso repentino e imprevisto nell’arena turistica che ha fatto molto rumore, ancor più nelle ultime ore che hanno visto Arkus protagonista delle trattative per l’acquisizione (poi avvenuta) del Palermo Calcio. Qui il turismo non c’entra, è chiaro; ma mettere le mani su un club calcistico – pur se indebitato – dà certamente la misura delle ambizioni e della capacità di un Gruppo di fare affari a tutti i livelli.

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