AZ prepensionerà piloti e hostess con la tassa d’imbarco

29 Ottobre 10:50 2018 Stampa questo articolo

Un mini-esodo che dovrebbe rendere più appetibile la compagnia sul mercato. Mentre si avvicina il 31 ottobre, la data entro cui dovrebbero arrivare sul tavolo dei tre commissari le offerte vincolanti per rilevare il 100% di Alitalia, con Fs in prima fila, prende sempre più corpo l’ipotesi contenuta nella riforma delle pensioni gialloverde, che prevede per piloti e hostess uno scivolo per andare in pensione prima.

In particolare, l’esecutivo sarebbe pronto a inserire nel disegno di legge che introduce Quota cento uno sconto di due anni sull’età pensionistica per piloti, assistenti di volo e di terra, portando così a 7 anni il super incentivo. Oggi l’anticipo è di cinque anni, con la possibilità di lasciare il lavoro a 62 anni invece che a 67, come previsto dalla riforma Fornero. Risultato: il personale di terra e di aria della compagnia potrà accedere alla pensione di vecchiaia, nel 2019 e nel 2020, con un requisito inferiore rispetto a quello degli altri lavoratori, con la conseguenza che il prossimo anno smetterebbero di lavorare un centinaio di comandanti e 50 tra hostess e steward, e negli anni successivi circa 60-70 piloti all’anno.

Per finanziare la misura, però, il governo avrebbe pensato di rendere strutturale la tassa di imbarco da 3 euro che attualmente pagano come misura una tantum tutti i passeggeri (la sua scadenza naturale sarebbe prevista il 31 dicembre). Una tassa che oggi finanzia il Fondo di solidarietà del trasporto aereo, ovvero un fondo deputato all’assistenza e non alla previdenza, e la cui proroga ha già allarmato i sindacati.

Un anticipo sul pensionamento, scrive Il Messaggero riportando fonti sindacali, «è poco allettante per i lavoratori del settore: vuoi per la presenza di penalizzazioni vuoi per i divieti di cumulo tra lavoro e pensioni. Chi esce, soprattutto se è un comandante, vuole continuare a lavorare anche in quiescenza. O lasciamo i tre euro alla destinazione attuale oppure rischiamo di lasciare senza risorse il Fondo di solidarietà, quindi l’erogazione di tutti gli ammortizzatori sociali».

Il 31 ottobre, però, non è solo la deadline per la presentazione di un’offerta vincolante, ma anche il termine di scadenza per l’attuale regime di cassa integrazione straordinaria. Alitalia e sindacati hanno avviato il confronto per una ulteriore proroga al 23 marzo prossimo, ma le distanze tra le parti sono ancora lontane: nell’ultimo incontro di settimana scorsa, la compagnia ha portato a 100 comandanti, 80 piloti, 400 hostess e steward e900 appartenenti al personale di terra, la sua richiesta di prolungamento della cigs.

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Giorgio Maggi
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