Boom del turismo open air: 73 milioni di presenze nel 2022

Boom del turismo open air: 73 milioni di presenze nel 2022
18 Ottobre 13:02 2022 Stampa questo articolo

Numeri da pieno rilancio per il turismo open air, che ha fatto segnare un +10,2% per i turisti stranieri nei campeggi e villaggi turistici italiani e un +9,2% di pernottamenti, rispetto all’estate 2021.
Sostanziale stabilità, invece, dei turisti italiani, che però avevano già registrato una crescita boom nello stesso periodo dell’anno precedente. Ottimo incremento anche per il fatturato, che si attesta su un +5,8%. A conti fatti il turismo all’aria aperta quest’anno realizzerà 10,7 milioni di arrivi e 73 milioni di presenze.

Questi, in sintesi, i numeri della stagione estiva 2022, presentati da Valeria Minghetti, coordinatrice del settore ricerche del Ciset, nel corso del convegno Ospitalità Open Air: quo vadis? Dall’analisi dei dati al sentiment del settore – Viaggio dalla conoscenza alla strategia in un settore in continua evoluzione, organizzato da Faita-Federcamping alla fiera di Rimini.

I risultati derivano da un’indagine condotta nella seconda metà di settembre presso un campione di 300 imprese della ricettività all’aria aperta, rappresentative del settore. Secondo gli intervistati, la crescita della domanda internazionale sorpassa anche il già positivo andamento del 2019, dopo un 2021 ancora un po’ sottotono. Ma l’exploit maggiore riguarda il fatturato, cresciuto ulteriormente nel 2022, dopo aver già recuperato i livelli pre crisi nell’estate 2021.

Alla base di queste performance, oltre all’eccezionale stagione dal punto di vista climatico, anche il cambiamento della domanda, che vede un significativo aumento di nuovi clienti rispetto a quelli già ospitati in azienda, attratti da una tipologia di vacanza che garantisce maggiore libertà, autonomia e contatto con la natura. Nell’estate 2022, il rapporto vecchi-nuovi clienti è, infatti, di 53% contro 47%.

E la voglia di riprendere a viaggiare e di una vacanza in libertà, oltre alla capacità di attrazione dell’Italia e alla sua percezione di destinazione sicura rispetto ad altre, sono le principali motivazioni date dalle imprese per l’aumento della clientela proveniente dall’estero.

Germania, Francia, Olanda e Svizzera sono i mercati che han fatto registrare i maggiori aumenti, ma gli intervistati segnalano anche Belgio, Danimarca, Repubblica Ceca, Scandinavia, Spagna e Regno Unito. Mentre per quanto riguarda il turismo italiano all’aria aperta, grazie all’allentamento delle restrizioni per i viaggi c’è stata stabilità nell’andamento di arrivi e presenze, e buona parte ha preferito rimanere entro i confini nazionali, sia per questioni economiche che di sicurezza, oppure hanno riscoperto l’Italia proprio grazie alla pandemia.

Facendo un focus per tipo di destinazione, le imprese all’aria aperta ubicate nelle località lacuali e rurali/di campagna sono quelle che registrano le performance migliori, sia in termini di clientela straniera che di risultati economici. Entrambe indicano una crescita degli arrivi e delle presenze superiore al +14%, a fronte di +11% per il fatturato.

Dopo le cifre, le sfide future: i temi dell’accessibilità delle strutture e la loro sostenibilità ambientale sono al centro dell’attenzione, sia in termini di flussi di turisti che di performance economiche, mentre nord-ovest e centro Italia beneficiano soprattutto del ritorno dei turisti stranieri.

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