Ryanair alza la voce dopo il caos nei cieli del nord ovest italiano sabato sera. La low cost irlandese ha chiesto alla Commissione europea di riformare con urgenza il sistema di controllo del traffico aereo europeo. Un guasto al radar Enav presso il centro di Milano ha provocato disagi a migliaia di passeggeri e coinvolto 320 aerei fra cancellazioni e ritardi: tra questi 60 voli e oltre viaggiatori di Ryanair. Sulla vicenda, che ha portato allo scontro Enav e Tim, indaga l’Enac.
“La nuova Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen – attacca Ryanair – si è impegnata a garantire competitività ed efficienza in Europa, ma continua a consentire ripetute cattive gestioni del controllo del traffico aereo che hanno conseguenze su voli e passeggeri”.
La compagnia irlandese rivendica la paternità di una battaglia cominciata da anni: “Ryanair conduce da tempo una campagna per la riforma dei servizi Atc dell’Ue e invita tutti i passeggeri a visitare la pagina web ‘Il controllo del traffico aereo ha rovinato il tuo volo‘ e utilizzare il modello di mail per presentare un reclamo direttamente al ministro dei Trasporti nazionale e chiedere la riforma dei servizi Atc“.
«È inaccettabile – tuona un portavoce di Ryanair – che i passeggeri continuino a subire disagi dovuti ai servizi Atc a causa delle ripetute carenze di personale di controllo in tutta Europa e ora di un altro guasto tecnico, questa volta nel centro Atc di Milano, che ha costretto al ritardo/cancellazione di 60 voli Ryanair, che hanno colpito ingiustamente oltre 10.000 dei nostri passeggeri».
Poi l’affondo contro Enav: «Dovrebbe essere preparata a guasti alle apparecchiature come questo, non chiudendo interi spazi aerei per ore e ore. Quando la Commissione europea interverrà e prenderà provvedimenti per riformare i servizi Atc dell’Ue e proteggere i passeggeri da ripetute interruzioni dei servizi Atc come questa?».
In un lungo comunicato Enav aveva spiegato tutti i passaggi effettuati dopo l’avaria al radar, chiamando in causa Tim, che aveva replicato dichiarandosi “estranea ai fatti“.



