Un’estate “memorabile” per gli italiani, in questo caso per le stangate già arrivate o che stanno per abbattersi sui budget familiari. Prendendo spunto dalle ultime rilevazioni Istat, che a maggio hanno fatto emergere un aumento medio del +1,6% in termini di spesa e, considerando i consumi totali delle famiglie, per gli analisti del Codacons – associazione a tutela dei consumatori – l’esborso è stato pari a +526 euro annui per la famiglia “tipo”: marito e moglie con due figli.
Ancora più consistente, nonostante il ribasso del tasso generale d’inflazione, l’incidenza di tutte le voci legate al turismo, che proprio in apertura di stagione stanno purtroppo registrando una decisa crescita. I prezzi dei voli nazionali, ad esempio, sono aumentati del +31% su anno, le tariffe dei traghetti del +9,7%, quelle dei servizi ricreativi e sportivi (piscine, stabilimenti, palestre, parchi divertimento, ecc.) del +8,3%, i prezzi dei pacchetti vacanza nazionali del +7,2%.
A doppia cifra le voci legate alla ristorazione, con ritocchi sui prezzi dei piatti proposti nei menù, che oscillano tra l’8 e il 12%. I rincari più attenuati si registrano negli alberghi con un +3,3% e nei listini di case vacanza, b&b e altre strutture ricettive che registrano un +5,8%.
Questa lievitazione, peraltro non ancora del tutto espressa, per il Codacons comporterà un sensibile aggravio di spesa a carico degli italiani che si sposteranno per trascorrere giorni di villeggiatura fuori casa nel periodo estivo, sicuramente più pesante rispetto ai rincari degli ultimi due anni.
Ma secondo Altroconsumo, un’altra importante organizzazione a tutela dei consumatori, la situazione sul versante tariffario, in particolare quello legato al trasporto aereo, è ben più seria e preoccupante. In base alle sue rilevazioni su otto tratte aeree strategiche italiane e internazionali ad alta richiesta, i voli hanno infatti subìto un aumento medio dell’83% rispetto ai prezzi di dicembre e, in alcuni casi, l’incremento ha superato il 300%.
In sei mesi Altroconsumo ha rilevato che i prezzi più bassi disponibili appaiono ogni primo martedì del mese su 174 voli: da Roma a Parigi, Cagliari, Barcellona e Tokyo; da Milano verso Palermo, Bari, Londra e New York. In alcuni casi, chi ha acquistato il volo in ritardo ha speso migliaia di euro in più: Roma-Tokyo è arrivato a superare addirittura i 5.000 euro, contro una media inferiore ai 1.500 a dicembre.
Le mete internazionali, poi, sono quelle dove si registrano i rincari più forti: Milano-Londra è arrivata a costare oltre 570 euro in più rispetto a dicembre, Milano-New York ha fatto segnare un incremento superiore ai 1.000 euro. Ma anche sulle tratte nazionali i rincari non mancano: 215 euro in più per Milano-Palermo, 183 euro in più per Milano-Bari. Particolarmente colpite le rotte verso le isole, già oggetto di attenzione da parte dell’Antitrust.
Quali sono i rimedi da adottare di fronte a questa “tempesta perfetta” nel pricing aereo? Per l’analista di Altroconsumo, Matteo Marano, «l’imperativo è monitorare i prezzi per capirne l’andamento ed evitare picchi imprevisti: può succedere infatti che prenotando prima si spenda anche di più. Questo accade perché le compagnie aeree utilizzano algoritmi di dynamic pricing sempre più sofisticati che possono far variare i prezzi anche più volte al giorno, adattandosi in tempo reale alla domanda e a fattori spesso imprevedibili per i consumatori».
Infine merita un discorso a parte il modus operandi delle compagnie aeree low cost: perché se è vero che questi vettori offrono tariffe più economiche rispetto alle compagnie di bandiera, con prezzi che talvolta risultano inferiori di circa il 20%, è altrettanto vero che al prezzo inizialmente mostrato vanno spesso aggiunti costi extra, come quelli per il bagaglio a mano o la scelta del posto. Senza considerare, poi, un altro aspetto non secondario, la forte variabilità delle tariffe: le low cost tendono a oscillare molto nel tempo, con frequenti impennate, ribassi e risalite.



