Club Med cambia strategia:
per le agenzie c’è il customer care

24 Maggio 15:00 2018 Stampa questo articolo

Club Med cambia tutto nei confronti delle agenzie di viaggi. Dopo l’uscita di scena dalla direzione vendite di Giorgio Trivellon, manager di lungo corso e approfondito conoscitore della rete vendita italiana, adesso arriva la seconda puntata di quella che ha tutta l’aria di essere una decisione strategica da parte dell’operatore transalpino. «Al fine di rispondere attivamente a un mercato sempre più dinamico e digitalizzato come quello di alta gamma dobbiamo rivedere la sua organizzazione interna dedicata alle agenzie di viaggi», recita una nota della società.

E allora spazio all’istituzione nell’ufficio di Milano di un customer care esclusivamente preposto al supporto delle adv, nuova unità coordinata da Cristina Sereni, precedentemente responsabile vendite dell’area nord-ovest (il team sarà reperibile al numero di telefono dedicato 848.820.821). Club Med abbandona, poi, «la classica concezione di sales representative per una figura più manageriale con maggiori responsabilità e autonomia come quella del business developer».

Tra gli strumenti previsti per riaggiornare la relazione con la rete vendita, c’è ora lo sviluppo del tool per le teleprenotazioni Easy Club Med – più user friendly e completo – come canale preferenziale per prenotazioni, opzioni e preventivi. Tutto senza dimenticare il gruppo Facebook Club Med Agenti, «che in pochi mesi di vita annovera già oltre 1.400 iscritti, dove le agenzie possono trovare tutte le news e gli aggiornamenti in tempo reale su promozioni, informazioni prodotto e altro ancora». Infine, le novità a breve sul sito clubmedagenti.it: pagine Resort arricchite con contenuti aggiornati, l’introduzione di un calendario prezzi dinamico e una sezione dedicata alle domande più frequenti.

Insomma, se Club Med è molto cambiato negli ultimi anni, con l’ingresso dei cinesi di Fosun nel capitale e il riposizionamento verso l’alto di un prodotto ormai percepito come appartenente al segmento lusso (e più alberghiero che villaggista), era inevitabile che anche la politica nei confronti della distribuzione subisse una sterzata.

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