Dal freedom day inglese al coprifuoco a Mykonos

Dal freedom day inglese al coprifuoco a Mykonos
19 Luglio 10:34 2021 Stampa questo articolo

È la fatidica data del 19 luglio, quella che già è stata ribattezzata freedom day. Allo scoccare della mezzanotte, e nonostante l’impennata di contagi di queste ore (oltre 50mila in un solo giorno), la Gran Bretagna di Boris Johnson ha rimosso quasi tutte le restrizioni anti Covid.

D’ora in avanti, tornano operativi a pieno regime auditorium e stadi, riaprono le discoteche, il servizio bar è nuovamente autorizzato nei pub e non c’è più limite al numero di persone che possono radunarsi. E ancora: indossare la mascherina non è più obbligatorio sui mezzi pubblici e nei negozi e il telelavoro non è più obbligatorio. Solo Scozia e Galles mantengo l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto.

Una decisione, quella inglese, che fa discutere e allarma la comunità scientifica, mentre altri Paesi vicini ripristinano alcune delle misure antivirus. A Mykonos, isola greca meta di turismo giovanile ora classificata arancione a causa della variante Delta, è stato deciso – almeno fino al 26 luglio – lo stop alla musica in tutti i locali, nei ristoranti e nei caffè ed è stato imposto il coprifuoco tra l’una e le sei del mattino, con  spostamenti consentiti solo per lavoro e ragioni di salute. Nelle scorse ore, per limitare i contratti e indurre gli scettici a vaccinarsi, il governo greco ha esteso l’obbligo di green pass anche a bar e ristoranti, sul modello francese.

Reintrodotto il coprifuoco anche a Barcellona, in vigore dall’una alle 6 del mattino nelle aree in cui i tassi di infezione superano i 400 casi ogni 100mila abitanti in un periodo di 14 giorni. Anche qui la stretta, che interessa 161 Comuni, comprese famose località balneari come Sitges e Salou.

Il freedom day inglese che arriva quasi in contemporanea al ripristino del coprifuoco a Mykonos e Barcellona destabilizza l’opinione pubblica. Il confine tra ciò che, in fatto di pandemia, è opportuno e ciò che non lo è sempre più sfumato. Ne va di mezzo, come al solito, l’economia turistica con i viaggiatori sempre più confusi e gli operatori in stallo.

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