Dimore storiche, terzo report dell’Osservatorio patrimonio culturale privato

Dimore storiche, terzo report dell’Osservatorio patrimonio culturale privato
15 Dicembre 12:55 2022 Stampa questo articolo

È stato presentato al Salone Spadolini del ministero della Cultura il III Rapporto dell’Osservatorio del Patrimonio Culturale Privato, fonte di riferimento per la corretta definizione del ruolo economico, culturale e sociale del sistema degli immobili privati di interesse storico-artistico in Italia.

Realizzato dalla Fondazione Bruno Visentini, l’Osservatorio è promosso dall’Associazione Dimore Storiche Italiane, Confagricoltura e Confedilizia, nell’auspicio di supportare le istituzioni nella definizione delle politiche da adottare per rilanciare il patrimonio culturale privato, che costituisce oltre il 17% del totale secondo l’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione.

La III edizione del Rapporto è dedicata al ruolo che le dimore storiche possono ricoprire nei processi di transizione ecologica e digitale, e in quello di inclusione sociale. A tal fine sono state messe in atto da un lato una rilevazione della qualità dei rapporti dei proprietari con Soprintendenza, Amministrazione comunale, pro loco ed altri enti, e dall’altro lato una ricerca sulle professioni e competenze richieste dai proprietari per il mantenimento del bene, nonché sulle previsioni dei futuri percorsi professionali dei giovani in tale settore.

Per il III Rapporto, l’universo di dimore storiche preso in riferimento è pari a 35.745 unità (dati di Vincoli in rete). Si tratta in prevalenza di case storiche, palazzi, ville, castelli, casali, giardini e parchi storici che configurano una rete diffusa su tutto il territorio nazionale, la maggior parte delle quali è situata nei centri storici e nelle aree rurali dei comuni italiani. Basti pensare che il 26% di queste dimore si trova addirittura in comuni sotto i 5.000 abitanti, costituendo spesso per i piccoli borghi e i luoghi più periferici del Paese il principale volano di attrazione turistica, culturale e sociale, con una ricaduta positiva sulle economie locali.

La valenza sociale che questi beni ricoprono per determinati luoghi è incommensurabile. Si stima, infatti, che siano state oltre 16.000 le dimore che hanno realizzato almeno un evento nel 2021, di cui circa 14.000 hanno realizzato eventi a ingresso gratuito.

Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha dichiarato: «Le dimore storiche sono certamente il più grande museo diffuso del nostro Paese, volano di turismo, artigianato, enogastronomia, rappresentano un incommensurabile patrimonio artistico e culturale. Sono grandi catalizzatori sociali, oltreché culturali ed economici e, nella maggior parte dei casi, sono collocate in piccoli centri, lontani dalle città. Sappiamo quanto è importante la valorizzazione dei piccoli borghi anche attraverso la creazione di nuovi circuiti turistici, e per raggiungere questo obiettivo il Piano Nazionale Di Ripresa e Resilienza può essere un grande volano: oltre un miliardo sarà destinato proprio all’attrattività dei borghi. Ci impegneremo a utilizzare questi fondi con onestà ed efficienza».

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