I dubbi di Guy Luongo sul t.o. dinamico

04 Giugno 07:00 2019 Stampa questo articolo

A ciascuno il suo mestiere: «Il fornaio deve fare il pane, il panettiere lo deve distribuire». La sintesi di chi vede il dynamic packaging dal lato della distribuzione non potrebbe essere più chiara di quella che dà Guy Luongo, già fondatore di Albatravel, e da ultimo di Ixpira, lanciata un anno e mezzo fa.

«I tour operator devono fare quello per cui sono nati, senza scaricare le loro inefficienze sulla distribuzione. Dal mio punto di vista gli agenti di viaggi devono guadagnare: e noi, in quanto provider di tecnologia e servizi, abbiamo il dovere di metterli nelle condizioni di farlo», dice il ceo della nuova piattaforma online B2B. «Ce n’è bisogno perché ormai tutti, dalle linee aeree ai tour operator, si espandono oltre i loro confini naturali, lasciando le briciole alla distribuzione e strizzando l’occhio alla prenotazione diretta».

Per questo motivo Ixpira non vuole accordi con i network, ma si pone come obiettivo quello dei singoli punti vendita, anche se fanno parte di una rete. «A loro garantiamo assistenza professionale e la remunerazione». Il motivo è semplice: se il business model di Albatravel prevedeva un target come quello degli operatori, adesso i tempi sono cambiati. «Vogliamo essere leader nel trade sulla contrattualistica delle camere d’albergo (il focus, in particolare, è sull’offerta italiana), senza per questo dimenticare servizi di terra, escursioni, trasferimenti voli e treni».

L’importante è che il prodotto sia trasparente, e sia chiaro da dove viene, il tutto naturalmente unito a software all’avanguardia. «La tecnologia cambia di continuo, è ovvio che quello che proponiamo noi adesso è più performante rispetto a prodotti già sul mercato da qualche tempo», spiega Luongo.

Del resto, sia in agenzia che a casa propria, il potenziale viaggiatore si fa ogni giorno sempre più “demanding”, curioso e impaziente. Al punto che, sottolinea una recente ricerca di Google, negli Stati Uniti un utente su tre abbandona la pagina cercata dopo soli tre secondi, nel caso si ve- rifichino problemi nel suo caricamento.

Non solo: i dati di Phocuswright vanno addirittura oltre, indicando come l’esperienza di acquisto deve essere il più possibile “senza interruzioni”, tanto che in un’indagine condotta su
scala globale, il 73% dei viaggiatori dice di voler riprenotare con la stessa Ota se e solo se viene loro assicurata un’end-to-end experience all’interno dello stesso sito o app. «Quello della fedeltà allo stesso strumento è un’esigenza molto sentita anche dalle agenzie, soprattutto in quei Paesi di lingua latina dove la tecnologia si accompagna a un preciso legame del punto vendita con il territorio», conclude Luongo.

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