Federalberghi Napoli: “Chiuse il 60% delle strutture”

Federalberghi Napoli: “Chiuse il 60% delle strutture”
16 Marzo 12:27 2020 Stampa questo articolo

L’emergenza coronavirus ha fermato l’Italia, e con lei anche il turismo e nello specifico il mercato alberghiero. “Siamo in una situazione che ha comportato il 60% di strutture chiuse in tutta la città, percentuale destinata a salire oltre l’80% nei prossimi giorni. Chi resta aperto lo fa a mezzo servizio, piani chiusi, ristoranti chiusi, salvo alcune eccezioni”, si legge nella nota di Federalberghi Napoli, che vede alla guida Antonio Izzo.

Restano aperti solo alcuni alberghi dove convergono tutte le poche richieste, che ospitano quasi esclusivamente forze dell’ordine, medici o assistenti sanitari. “Un servizio essenziale che ovviamente non ha nulla a che vedere con il turismo, che non comporta nessun beneficio economico, ma è al servizio della comunità. Una situazione che mette in pericolo centinaia di posti di lavoro: contratti a termine non rinnovati, ferie anticipate, turnazione, part time, sono solo alcuni dei provvedimenti che le aziende stanno adottando”. 

Uno dei settori che traina maggiormente l’economia cittadina è adesso in ginocchio. “Per questo sono essenziali gli interventi istituzionali di sostegno – prosegue la nota – Mentre dal governo dovrebbe esserci l’introduzione della cassa integrazione in deroga così come misure sui mutui e gli affitti, è necessaria anche la sospensione dei pagamenti di tasse e imposte legate agli enti locali”.

“Purtroppo – conclude Federalberghi Napoli – abbiamo incontrato più volte il Comune, ma non c’è stato nulla di specifico per il settore. Solo parole alle quali non hanno dato seguito i fatti. In particolare, una delle richieste del settore, ad oggi non accolta, era il differimento del versamento dell’imposta di soggiorno, che per il mese di febbraio dovrebbe ammontare a circa un milione di euro. Provvedimento già adottato a Firenze e prossimo all’introduzione a Roma. Alcuni alberghi di questo passo saranno costretti a ridurre l’attività sine die, perché ad oggi non si sa quanto potrebbe durare questa emergenza. Sono gravemente compromessi i migliori mesi dell’anno. Bisogna essere uniti in questa battaglia, aiutarci, remare nella stessa direzione”.

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