L’Italia è pronta a rendere operativo, gradualmente, il sistema di ingresso/uscita europeo (Ees) a partire dal 12 ottobre 2025, data indicata dall’Unione europea per l’avvio del nuovo sistema di frontiera digitale per i cittadini extracomunitari. Sul sito della polizia di Stato, si legge che, in Italia, i primi uffici di polizia delle frontiere a utilizzare il nuovo sistema di controlli saranno quelli aerei di Fiumicino e Malpensa e quelli marittimi di Civitavecchia e Genova. L’innovazione tecnologica interesserà tutti gli uffici di frontiera a partire dal 20 ottobre.
L’EES OPERATIVO IN 29 PAESI EUROPEI
Il sistema sarà operativo in 29 Paesi europei: 25 dei 27 Stati membri dell’Ue, più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera. A Cipro e in Irlanda, i passaporti continueranno a essere timbrati manualmente. Dopo quattro rinvii dal 2022 dovuti a problemi tecnici e resistenze dei Paesi membri, l’avvio sarà graduale e tutti gli Stati avranno fino al 10 aprile per introdurre il sistema in tutti i punti di frontiera, secondo quanto comunicato dalla Commissione europea a luglio.
In Germania, l’Ees entrerà in funzione per la prima volta all’aeroporto di Düsseldorf, il 12 ottobre. Gli aeroporti di Francoforte e Monaco, i principali hub del gruppo Lufthansa, seguiranno nella fase successiva, dopodiché l’Ees verrà gradualmente introdotto in tutti gli altri aeroporti tedeschi e nei porti alle frontiere esterne marittime.
L’Ees viene introdotto per rafforzare la sicurezza delle frontiere e identificare i viaggiatori che superano il periodo di tempo consentito nell’area Schengen (90 giorni in un periodo di 180 giorni). è un sistema che registra gli ingressi e le uscite dei viaggiatori in modo centralizzato e digitale.
COME FUNZIONA
I viaggiatori dovranno scansionare i loro passaporti o altri documenti di viaggio presso un chiosco self service ogni volta che attraversano una frontiera esterna dell’Ue. Il sistema non si applicherà ai cittadini o ai residenti legali dell’Ue o a coloro che sono in possesso di un visto per soggiorni di lunga durata.
Il sistema registrerà il nome del viaggiatore, i dati biometrici, la data e il luogo di ingresso e di uscita. I dati delle scansioni facciali e delle impronte digitali rilevati durante la prima registrazione saranno conservati nel database dell’Ees per tre anni. Durante questo periodo, i viaggiatori dovranno fornire solo un’impronta digitale o una foto alla frontiera al momento dell’ingresso e dell’uscita, che sarà confrontata con i dati memorizzati.
L’Ees sostituisce l’attuale timbratura analogica dei documenti di viaggio con la registrazione digitale dei dati di ingresso e uscita. L’introduzione dell’Ees non avrà alcun effetto sui cittadini dell’Unione europea.
SMART BORDERS
L’Ees è la realizzazione di un progetto pensato nel 2016 come parte del programma Smart borders dell’Unione europea. Il sistema, gestito dall’Agenzia eu-Lisa (l’ente europeo che si occupa dei grandi sistemi informatici per sicurezza e giustizia), creerà un archivio centralizzato con le informazioni personali di milioni di viaggiatori non europei.
Il sistema fa parte di un progetto più ampio di controllo digitale delle frontiere europee che vedrà nel quarto trimestre del 2026 l’arrivo dell’Etias (European travel information and authorisation system), un meccanismo di autorizzazione prima del viaggio che costerà 20 euro per i visitatori che non hanno bisogno di visto.
TIMORI PER LA PRIVACY
L’arrivo dell’Ees ha creato forti preoccupazioni tra le organizzazioni che si battono per i diritti digitali e gli esperti di privacy. Già nel 2021, scrive Wired, era stata promossa un’iniziativa dei cittadini europei per chiedere “il divieto delle pratiche di sorveglianza biometrica di massa”, con l’obiettivo di introdurre regole stringenti sull’uso delle tecnologie biometriche e prevenire interferenze sproporzionate con i diritti fondamentali. In quell’occasione, lo European digital rights (Edri, principale rete europea per i diritti digitali) e altre 52 organizzazioni avevano definito i sistemi di riconoscimento basati su caratteristiche fisiche «una delle più gravi minacce ai diritti fondamentali e alla democrazia mai registrate».



