Il grande salto del bleisure: +200% di richieste

Il grande salto del bleisure: +200% di richieste
22 Giugno 07:00 2022 Stampa questo articolo

Forte crescita del bleisure, detto anche bizcation o workation. Secondo lo studio, condotto  dalla piattaforma di viaggi d’affari BizAway, le richieste di questo segmento, nell’ultimo anno, sono aumentate del +200%. Si tratta di un trend in ascesa portato in auge dalla generazione dei Millennial e nello specifico si traduce nella possibilità di accostare giorni di vacanza a i viaggi di lavoro, per poter cogliere l’occasione di godersi il luogo in cui si è in trasferta.

Nel dettaglio, il 28% delle imprese italiane offre oggi come servizio di welfare la possibilità di aggiungere giorni di ferie alle proprie trasferte di lavoro. E secondo uno studio di Expedia e Stratos Jets,  il 60% dei business travel si trasforma infatti in bleisure trip, con una percentuale sopra il 60% dei viaggi in Usa, Germania e Cina e in generale una percentuale sopra il 55% per Uk e India.

L’impossibilità di viaggiare, cui la pandemia ha forzato tutti, ha reso il bleisure particolarmente attraente, offrendo un’opzione conveniente per recuperare il “tempo perso” sfruttando le trasferte aziendali. I vantaggi non riguardano solo i dipendenti ma anche le aziende perché beneficiano di una formula che permette ai manager e dipendenti che hanno la necessità di tornare spesso in un luogo per lavoro di conoscere meglio il luogo che li ospita e i suoi usi e costumi, favorendo così rapporti d’affari proficui e duraturi con le realtà locali.

BizAway offre l’opportunità ai business traveller di utilizzare la piattaforma anche per prenotare in autonomia i propri viaggi personali come welfare aziendale, in base alle policy stabilite dall’azienda. «L’interesse crescente per questa formula di viaggio ci viene confermato ogni giorno dalle richieste da parte delle nostre aziende clienti e dai propri dipendenti – racconta Luca Carlucci, ceo e founder di BizAway – D’altra parte abbiamo un profilo di viaggiatori che lavorano al 100% in smart working o che la loro azienda permette loro di fare un ibrido, quindi approfittano dei viaggi di lunga durata per visitare la città pur continuando a lavorare».

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