Il Mice italiano si appella a Draghi: «Ammortamenti e ristori subito»

16 Febbraio 12:23 2021 Stampa questo articolo

Si scuote il mondo del Mice con una lettera aperta al governo Draghi e ai ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti e Massimo Garavaglia, firmata dall’egida #Italialive, che raccoglie le principali rappresentanze di settore (Admei, Aiic-Italia, Federcongressi&Eventi, Ferpi, Feu, Icca, Mpi Italia, Anbc, Site Italy).

Quello degli eventi e congressi è un settore in  ginocchio con un prolungato stop imposto dagli ultimi dpcm, che ora chiede con forza misure concrete di sostegno, non di assistenza come sussidi a pioggia. In particolare provvedimenti mirati, strumenti che garantiscano alle imprese di non depauperare il capitale sociale costituito in anni di attività, come ad esempio l’ammortamento delle perdite degli esercizi 2020 e 2021 in 5 anni.

«Nonostante l’impegno e la resilienza di tutte le maestranze, il nostro è l’unico settore che dall’inizio dell’emergenza Covid-19 è sempre rimasto sostanzialmente chiuso e che non ha avuto attenzioni concrete da parte del governo – spiega Salvatore Sagone, presidente del Club degli Eventi e della Live Communication, portavoce di #Italialive – Se non solo briciole, rispetto ai ristori necessari e in parte già stanziati. In questa fase politica così importante per il Paese, la voce della event Industry e filiere connesse esprime tutta la propria preoccupazione perché rischia, ancora una volta, di essere dimenticata, e intende continuare il confronto col nuovog sui temi della ripartenza e del sostegno alle imprese».

Le imprese del Mice, chiedono sostanzialmente rispetto e – come si legge nella nota – “atti di responsabilità civile”.

«Ci vogliono norme che permettano di dare continuità alle imprese, di non licenziare i dipendenti, e non disperdere così competenze e creatività invidiate nel mondo – osserva Alessandra Albarelli, presidente di Federcongressi&eventi e portavoce dei rapporti istituzionali e politici di #Italialive – Poiché anche dopo la riapertura, che ci auguriamo avvenga in tempi brevi, il settore avrà bisogno di almeno 18 mesi per tornare a un livello minimo di regime, è necessario deliberare ristori per tutta la filiera che è stata esclusa dall’uso erroneo dei codici Ateco come sistema per individuare le categorie danneggiate, ammortizzatori sociali ad hoc e alternativi allo strumento della Cig, di cui è necessaria la proroga, ma non sufficiente».

Albarelli aggiunge la necessità di «prevedere strumenti che garantiscano alle imprese di non depauperare il capitale sociale costituito in anni di attività, ad esempio con l’ammortamento delle perdite in 5 anni. È poi necessario mettere in campo misure a sostegno della domanda prevedendo sgravi fiscali per chi investe in eventi per fare sviluppo di impresa, formazione aziendale, promozione del made in Italy e valorizzazione della ricerca. Il settore dei congressi e degli eventi, filiere connesse e delle imprese creative, cui apparteniamo, deve avere un riconoscimento unitario e una centralità nella ripartenza».

Dopo aver ricordato che l’industria degli eventi e dei congressi è volano di produttività ed esportazioni, che traina il turismo generando un indotto di circa 65 miliardi di euro con un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi di euro/anno, con 569 mila addetti, l’appello congiunto si conclude assicurando che “i centri congressi, gli alberghi e tutta la filiera connessa all’organizzazione degli eventi hanno investito ingenti risorse in sistemi di sanificazione, si sono dotati e applicano protocolli di sicurezza stabiliti nelle Linee guida per la riapertura delle Attività economiche, produttive e ricreative”, elaborati da Federcongressi&eventi e approvati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome al pari del comparto museale.

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