Decine di milioni di dollari. Ecco quali sono gli effetti del devastante incendio divampato nell’aeroporto londinese di Heathrow lo scorso 21 marzo, come ha riferito al The Guardian il ceo Thomas Woldbye.
Il rogo, scoppiato in una vicina sottostazione elettrica della National Grid che fornisce energia allo scalo, ha provocato un blackout senza precedenti, la sospensione dell’operativo per 24 ore e la cancellazione di oltre 1.300 voli, coinvolgendo più di 270.000 passeggeri.
Woldbye ha accennato alla possibilità di una richiesta di risarcimento danni: in attesa del rapporto dell’ente regolatore dell’energia Ofgem, l’aeroporto non esclude di citare in giudizio la National Grid
Il ceo ha assicurato che Heathrow «investirà in accordo con le compagnie aeree per migliorare la resilienza fisica dell’aeroporto», oggetto di dure critiche dopo l’incendio. In base a un rapporto del National energy system operator, si sarebbe potuto fare di più in fase di prevenzione.
Woodbye ha anche rivelato che gli utili del primo semestre sono scesi di un terzo, nonostante il numero di passeggeri abbia raggiunto un livello record: nei primi sei mesi del 2025 Heathrow ha accolto 39,9 milioni di passeggeri.
Inoltre, è rimasto cauto in merito a una terza pista del più grande scalo londinese: la presentazione delle proposte al governo britannico, questo nelle intenzioni, dovrebbe avvenire durante l’estate, con l’obiettivo di iniziare la costruzione entro la fine della legislatura attuale, secondo Construction Briefing.
Se approvata, la terza pista potrebbe essere operativa entro il 2035. L’espansione è vista come un modo per aumentare la capacità dell’aeroporto e fornire un impulso all’economia, con la promessa di utilizzare acciaio prodotto nel Regno Unito.



