Incoming, gli stranieri spendono 13 miliardi nei ristoranti italiani
Punto primo: nel 2025 la spesa degli stranieri nei nostri ristoranti si aggirerà sui 13 miliardi di euro. Punto secondo: qualora arrivasse il riconoscimento alla cucina italiana come patrimonio immateriale dell’Unesco, i numeri schizzerebbero ancora più in in alto.
Parole e musica di Fiepet Confesercenti in base ai dati di Banca d’Italia, Unioncamere e Movimprese, diffusi in occasione dell’assemblea nazionale che ha confermato Giancarlo Banchieri alla guida dell’associazione di categoria. Nelle stime per l’anno in chiusura – come riporta Il Sole 24 Ore – è prevista un’ulteriore crescita del settore enogastronomico, dopo quella registrata negli ultimi anni. Un boom vero e proprio di quella che comunque è già considerata un’eccellenza mondiale.
Nel 2024, infatti, i turisti internazionali hanno speso oltre 12 miliardi di euro, +7,5% rispetto al 2023. Le anticipazioni del 2025, per la precisione, parlano di circa 12,68 miliardi di euro, pari a un aumento del 5%, a conferma che la cucina italiana è uno dei principali motivi di scelta della destinazione: i viaggi turistici legati all’enogastronomia generano oggi 9 miliardi di euro di spesa diretta.
E ora si attende l’incoronazione dell’Unesco: il primo parere tecnico positivo sarà sottoposto alla decisione finale del Comitato intergovernativo, che si riunirà a New Delhi, in India, dall’8 al 13 dicembre. Secondo Fiepet, il bollino Unesco potrebbe fruttare un impatto immediato sulle presenze in Italia di almeno il 6-8%, per poi assestarsi su una crescita più moderata, tra il 2% e il 3%, nei cinque anni successivi. Nel complesso, la spinta potrebbe generare circa 18 milioni di presenze turistiche in più in due anni.”
«La cucina italiana come motore del turismo è un tema di straordinaria rilevanza per il Paese – ha sottolineato il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida – Non è solo una componente fondamentale della nostra identità culturale, ma un autentico volano economico, capace di generare valore, occupazione e attrattività in ogni territorio, dai piccoli borghi alle grandi città d’arte. Parliamo di un valore complessivo di oltre 250 miliardi di euro nel 2024, con una crescita del 4,5% su base annua pari al 19% del mercato mondiale».
“Oltre all’aumento dei visitatori, si aprirebbe un ventaglio di opportunità economiche e culturali – osserva la Fiepet – La dieta mediterranea troverebbe un nuovo slancio internazionale, le tipicità locali e i territori di produzione delle eccellenze potrebbero beneficiare di un’attenzione rinnovata, crescerebbe la domanda per modelli di alimentazione sana, insieme al potenziale di espansione dell’export agroalimentare. Si tratterebbe, in sintesi, di una leva promozionale di valore incalcolabile per migliaia di imprese della ristorazione, dell’agroalimentare e dell’accoglienza”.
«Un riconoscimento Unesco – ha spiegato Banchieri – agirebbe da moltiplicatore per turismo, economia e immagine del Paese. Ma perché questa spinta si traduca in sviluppo reale servono politiche lungimiranti: semplificazione amministrativa, sostegno agli investimenti, formazione qualificata e regole stabili per le imprese che ogni giorno rappresentano l’Italia. La ristorazione resta un simbolo, un presidio culturale, un motore economico. Se il mondo riconoscerà ufficialmente il valore della nostra cucina, dovremo essere pronti a trasformare questa occasione in sviluppo duraturo. Le imprese stanno reagendo, ma hanno bisogno di essere accompagnate».
In dieci anni il comparto della ristorazione ha visto un incremento complessivo di 1.467 imprese attive, ma il confronto 2024-2023 registra la cessazione di 4.038 attività: Lombardia, Veneto, Lazio e Sicilia tra le regioni più colpite. I dati Istat sul fatturato dei servizi di ristorazione mostrano nel 2025 una crescita media dell’1,7%, mentre il confronto europeo 2015–2024 (Eurostat) segnala per l’Italia un aumento del 35,8%, inferiore sia alla media Ue sia ai principali competitor.



