Il Giubileo, due Papi, una “Speranza”. Termine che indica, è vero, il tema del 25° Anno Santo nella storia della Chiesa Cattolica, che si è aperto il 24 dicembre 2024 e si chiuderà il 6 gennaio 2026. Ma legato anche ai pronostici sui flussi turistici del 2025 a Roma: prima esagerati, poi ridimensionati. A giugno, comunque, il diario di bordo annovera più di 5,5 milioni di arrivi.
Neppure l’avvento del primo Papa americano, Leone XIV, sembra aver favorito – almeno per ora – l’arrivo in massa di pellegrini targati Usa nella Città Eterna: sono abituati a programmare, spiegano gli operatori, aumenteranno con il passare dei mesi. Avanti adagio, insomma.
Al computo generale vanno aggiunti i fedeli accorsi per i funerali di Francesco e per il Conclave, in stile mordi e fuggi. Poi c’è l’esercito che ha invaso l’Urbe dal 28 luglio al 3 agosto per il Giubileo dei giovani, considerato l’evento clou, con l’immenso raduno di Tor Vergata: oltre un milione di partecipanti. Tralasciando le inutili polemiche da parte di chi ha paragonato l’evento al passaggio di Attila e dei suoi Unni: “Non hanno speso e hanno sporcato”.
In pochi hanno compreso che non si trattava di un happening turistico. Ragionamento che non appartiene ai professionisti del travel, che avevano spiegato tutto in anticipo: «Nessuna preoccupazione: possiamo “sperare” (appunto) che i numeri siano buoni, di solito quello che porta frutti è l’anno successivo al Giubileo».
E allora da cosa ripartire per tracciare un bilancio del Giubileo parte prima? Dalle previsioni, naturalmente.
IL TEMPO DEI PRONOSTICI
In autunno e inverno arriva il momento dei pronostici per il Giubileo che ormai incombe. Il coro – tra organizzatori e istituzioni – è unanime, riassunto dall’Osservatorio sull’Economia del turismo delle Camere di commercio: ci saranno 35 milioni di arrivi, 105 milioni di presenze e una spesa di quasi 17 miliardi di euro solo a Roma. Il Campidoglio prevede un giro d’affari da leccarsi i baffi, tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro.

Sull’Anno Santo vigilerà Julia, l’assistente virtuale di Roma Capitale accessibile tramite app (WhatsApp, Telegram, Messenger e Web chat) e sito web. Parla oltre 80 lingue ed è stata creata per aiutare ad esplorare e vivere la città. Fornirà, tra le altre cose, indicazioni sui tempi di attesa per i trasporti pubblici, servizi igienici, luoghi di interesse culturale, allerte di Protezione Civile.
IL PRIMO BILANCIO
Intanto, a inizio giugno scatta la tariffa triplicata per i bus turistici che vogliono entrare nelle Ztl durante l’Anno santo: dopo il ricorso di alcune azienda accolto dal Tar, è arrivato il controricorso del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, al Consiglio di Stato, con relativa sospensione della sentenza.
E in contemporanea, a metà strada, ecco il primo bilancio, tracciato da una ricerca di Cattolica per il turismo in collaborazione con Certa e Publitalia ‘80: nei primi sei mesi del Giubileo sono arrivati nella Capitale oltre 5,5 milioni di pellegrini. Lo studio conferma come l’Anno Santo sia un evento in grado di attrarre milioni di fedeli e di influenzare profondamente i flussi turistici a livello nazionale.
Secondo il professor Massimo Scaglioni, che guida il centro di ricerca, i timori iniziali sulla tenuta della città si sono ridimensionati, con un andamento di presenze in linea con quello del Giubileo del 2000. Un effetto che si nota anche sui territori limitrofi: nel primo trimestre l’Umbria ha registrato un +8% di presenze – con Assisi sugli scudi grazie alle sue 218mila presenze – a Napoli si stimano 4 milioni di turisti provenienti da Roma. A novembre i risultati completi.
COSÌ NON VA
Il controcanto non si fa attendere. A metà giugno Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma, ridimensiona le aspettative dei famosi 35 milioni e parla di «stime troppo ottimistiche».
Da più parti si alzano le critiche: in sostanza, il Giubileo stenta a decollare, flussi turistici in calo, hotel semivuoti, crisi del mercato degli affitti brevi e rincari generalizzati.
Nei primi mesi del 2025, l’occupazione media degli hotel a Roma è diminuita del 3-4% rispetto al 2024, in particolare nelle strutture a 4 e 5 stelle. Anche gli affitti brevi hanno subito uno stop: il tasso di occupazione è sceso dal 78% al 70%.
I pellegrini – dicono gli esperti – non suppliscono al calo del turismo tradizionale, che si tiene alla larga da Roma per timore dell’overtourism. Optano, logicamente, per sistemazioni più economiche, spesso religiose, fuori dai circuiti alberghieri e degli affitti brevi. Eppure Airbnb ha sottoscritto un accordo con il Dicastero per l’evangelizzazione.
Sotto accusa anche la campagna di comunicazione per il Giubileo – definita poco incisiva all’estero – le infrastrutture inadeguate, i tanti cantieri ancora aperti e i mezzi pubblici
IL GIUBILEO DEI GIOVANI
Con queste premesse, non era lecito aspettarsi chissà cosa, a livello turistico, dal Giubileo dei giovani. Eppure qualche operatore lo ha giudicato un flop. Tanto è bastato per ribadire che l’Anno santo non aveva le carte in regola per innescare un boom del travel e i numeri insufficienti di Roma stanno a dimostrarlo. L’ennesima conferma che i grandi eventi non funzionano più da leva di attrazione turistica come un tempo.
Sempre Giuseppe Roscioli, in un’intervista al Fatto Quotidiano, spiega che il calo si deve anche a “convegni e congressi che non si tengono nell’anno del Giubileo e una larga parte di turismo non cattolico non ha motivo di spostarsi ora e dunque rimanda il viaggio a Roma. «Anche nel 2000 – ricorda – il boom vero si era visto nel 2001, l’anno dopo, per via dell’enorme pubblicità che derivava dall’evento. Al tempo eravamo stupiti, vedremo stavolta”.
La “Speranza”. Appunto.
Giornalista professionista, innamorato del suo lavoro, appassionato di Storia, Lettura, Cinema, Sport, Turismo e Viaggi. Inviato ai Giochi di Atene 2004
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