L’Irlanda non teme la Brexit, Kinsella: «Focus su cultura e gastronomia»

18 Febbraio 14:31 2020 Stampa questo articolo

Un’Irlanda in gran spolvero, con una scena gastronomica tutta da scoprire, una grande attenzione alla sostenibilità e ai suoi paesaggi da sempre, iconicamente “green” e tante novità da proporre tra strutture, tour e attrazioni. È quella presenta dal Turismo Irlandese a Milano a Casa Lago. È Niamh Kinsella, direttore per l’Italia di Turismo Irlandese, a raccontare cosa sta succedendo in quest’isola che attende, alla finestra ma con evidente interesse, il dopo Brexit.

Nel frattempo, però i risultati turistici sono di rilievo con i flussi dall’estero che hanno registrato 11,2 milioni di arrivi (+1,8% sul 2018). Il fatturato sviluppato dal turismo straniero è stato di 5,8 miliardi di euro anche se l’Italia, dopo anni di percentuali di aumento a doppia cifra, ha chiuso il 2019 con una flessione del 4%.

irlandaQuali iniziative avete per le agenzie di viaggi?
«Abbiamo una serie di attività legate agli agenti, webinar a tema in collaborazione con partner e tour operator italiani. Stiamo sviluppando la promozione al consumer e mettiamo a disposizione delle adv i materiali che possono usare in agenzia per spingere le vendite, approfittando della visibilità data dalla promozione».

Ci sono già delle date per i workshop?
«Il workshop annuale con speed dating a Belfast e a Dublino si svolgerà a fine marzo, parteciperanno sei tour operator italiani, due al Nord e quattro a Dublino. Ci saranno fam trip ed educational, sempre in collaborazione con i tour operator».

Quest’anno su cosa puntate?
«Sicuramente Galway 2020 Capitale europea della Cultura, una vetrina bellissima per tutta l’area dell’ovest. Pensiamo i turisti saranno attirati dal fatto che molti eventi avranno libero acceso perché sfrutteranno il paesaggio. In spiaggia ad esempio sarà messa in scena parte dell’Odissea. Anche i festival sono un modo per invogliare le visite oltre l’alta stagione. Come Taste the Island, da settembre a fine novembre, con eventi gastronomici in tutta l’isola, show-cooking e mercatini particolari».

Il lato gastronomico sta crescendo.
«L’Irlanda non ha la tradizione dell’Italia ma abbiamo prodotti di ottima qualità come la carne, la birra artigianale, i formaggi e chef di nuova generazione molto creativi che stanno innovando. Come Jp McMahon che a Galway ha un ristorante, Aniar, e organizza un evento in autunno che coinvolgerà chef sperimentali da tutto il mondo».

Cosa vi aspettate dal dopo Brexit?
«Quest’anno è tutto normale, le cose cambieranno dal 2021 in poi ma non sappiamo come, noi dalla sede siamo a stretto contatto con le autorità e l’industria del turismo da entrambi i lati della frontiera, sicuramente si organizzeranno per minimizzare l’impatto. Ora la frontiera non c’è, si passa con la carta d’identità. E questo è un anno fantastico, secondo noi non c’è mai stato un momento migliore per visitare l’isola di Irlanda».

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