Low cost sotto pressione:
i vettori tagliano le spese

Low cost sotto pressione: <br>i vettori tagliano le spese
24 Luglio 10:27 2020 Stampa questo articolo

L’unica a godere di buona, anzi ottima, salute è la low cost ungherese Wizz Air. «Se non ci saranno altri focolai del virus pensiamo di tornare a essere completamente operativi nel giro di 12 mesi, nell’estate 2021», ha detto il ceo Jozsef Varadi nelle scorse settimane, durante una delle tante inaugurazioni di rotte a cui ha presenziato per l’apertura di nuove basi (in tutto sono 110 le nove destinazioni) a Milano Malpensa, Abu Dhabi (in autunno il lancio di Wizz Air Abu Dhabi), Tirana, Larnaca e Londra Gatwick.

Tolto il caso di Wizz Air, però, l’emergenza Covid-19 non ha risparmiato gli altri vettori a basso costo del vecchio continente, spesso esclusi per di più dal paracadute degli aiuti di Stato.

Così, easyJet (che pure ha beneficiato di 600 milioni di sterline dal governo di Sua Maestà) si è detta pronta a “mettere a riposo” il 30% dei suoi dipendenti (circa 4.500), chiudendo le tre basi inglesi Stansted, Southend e Newcastle. Piano di tagli simili anche per Ryanair (ma qui, senza aiuti di Stato), che ha intenzione di licenziare 3mila membri del personale, circa il 15% del totale, oltre a chiudere, da novembre la base ad Hahn Francoforte, e gli uffici presenti negli aeroporti di Berlino, Tegel e Düsseldorf. «Si tratta della mossa “minima” che possiamo fare per sopravvivere nei prossimi 12 mesi», ha detto Michael O’Leary, numero uno del vettore irlandese.

Se per i “big” si tratta di tagliare, per altri vettori low cost gli ultimi mesi sono stati sinonimo di vere e propri chiusure. Dopo la britannica FlyBe a marzo, seguita dalla cessazione delle attività di Germanwings (marchio di Lufthansa), è stata la volta di Laudamotion (Gruppo Ryanair, chiusura della base di Vienna), e del fallimento degli esperimenti di Level Europe, basata a Vienna, e di Level France, basata a Parigi Orly, entrambe parte del gruppo Iag.

In controtendenza, infine, una delle compagnie che sembravano avviate verso il fallimento. Norwegian, dopo gli aiuti governativi ricevuti e il piano di ristrutturazione del debito, ha annunciato per l’inizio di dicembre il ritorno sul lungo raggio, con l’attivazione di sette rotte transatlantiche dall’aeroporto di Londra Gatwick.

L'Autore

Giorgio Maggi
Giorgio Maggi

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