L’Ue apre a nuovi Paesi. E sale la fiducia dei viaggiatori

L’Ue apre a nuovi Paesi. E sale la fiducia dei viaggiatori
02 Luglio 11:15 2021 Stampa questo articolo

Un doppio movimento che fa bene all’industria del travel e apre spiragli per una ripresa più significativa: da un lato gli italiani che iniziano ad avere fiducia e, nonostante un po’ di tentennamenti, riprendono a viaggiare. Dall’altro le prime aperture di vari Paesi nel mondo – sottolineate anche da Marco Peci di Quality Group – vanno di pari passo con l’Ue che inizia ad allargare la platea dei turisti stranieri che possono viaggiare nel vecchio continente senza restrizioni. A fare da cornice a questo doppio movimento ci ha pensato anche il debutto ufficiale del Digital Green Certificate dal primo luglio, che (seppur con delle eccezioni) restituisce parziale libertà agli spostamenti tra i Ventisetti.

Nello stesso giorno, infatti, il Consiglio d’Europa ha aggiornato la lista dei Paesi i cui cittadini possono viaggiare liberamente nello spazio Schengen senza motivazioni e senza restrizioni. La raccomandazione – che dovrà essere adottata da tutti i Paesi membri e che già da metà giugno includeva gli Usa – ora comprende 10 nuovi Paesi tra cui Arabia Saudita, Canada, Giordania e Qatar. Gli altri Paesi in lista sono: Armenia, Azerbaijan, Bosnia e Erzegovina, Brunei, Montenegro, Kosovo e Moldavia. La lista completa e le informazioni riguardo alle scelte dell’Ue sui Paesi terzi sono disponibili a questo link.

IL PUNTO SUGLI ITALIANI. Sul fronte italiano, invece, alcune buone notizie arrivano dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio che segnala come l’indice di fiducia dei viaggiatori a giugno 2021 sia tornato ai livelli pre Covid – arrivando a 70 punti su 100 – otto punti in più rispetto allo stesso mese dello scorso anno e solo un punto in meno rispetto a giungo 2019.

L’Osservatorio sottolinea come siano oltre 15 milioni i connazionali già pronti a partire, anche se quasi 10 milioni restano ancora indecisi. Aumenta, invece, la propensione a ridurre la lunghezza della vacanza principale: la percentuale di coloro che staranno via per non più di una settimana (rispetto alle rilevazioni dei maggio 2021) passa infatti dal 51% al 60% degli intervistati e si riduce da 17% al 12% quelli che faranno vacanze di 11-14 giorni.

I dati più problematici, però, sono due: quello che vede tre intervistati su dieci scegliere di fare quest’estate meno giorni di vacanza rispetto al 2019, mentre cinque su dieci si attesteranno sullo stesso numero di giorni; e il fatto che il 38% degli intervistati preferisca ancora non fare vacanze per il rischio pandemico.

Un quadro che, nonostante spiragli positivi, non conforta il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè: «La ripresa del turismo è molto più lenta e parziale del previsto mentre per il settore, uscito da un 2020 disastroso e reduce da un primo trimestre 2021 con riduzioni di arrivi e presenze nell’ordine del 70% rispetto all’anno prima, continuano ad arrivare con il contagocce gli aiuti stanziati da inizio pandemia», chiosa il presidente con amarezza.

IL NODO OUTGOING. Resta stabile, infine, la ripartizione dei viaggi tra mete nazionali ed estere, con un 87% di preferenze per le prime, mentre per le seconde il 13% (solo su Spagna, Grecia e Francia). Ancora in questo caso, si sottolinea quindi la necessità di far ripartire l’outgoing a medio e lungo raggio con l’adozione di corridoi turistici: una richiesta indirizzata ai governi che è ormai quotidiana e martellante da parte di tutte le realtà e le associazioni del travel italiano.

L’ultimo, in ordine di tempo, è stato l’appello-augurio lanciato dal direttore commerciale di Quality Group, Marco Peci: «Il mondo si sta riaprendo. Molti Paesi dal grande valore turistico hanno già riaperto ai turisti i propri confini o si stanno preparando a farlo in queste settimane. Penso alla Polinesia, Dubai, Marocco, Nepal, Seychelles, Mauritius e diversi altri – ha ricordato il manager – È fondamentale a questo punto che il ministero della Sanità ci indichi con chiarezza quali siano i criteri sanitari e statistici per i quali una destinazione possa essere raggiungibile o meno dal turista italiano».

L'Autore

Gabriele Simmini
Gabriele Simmini

Giornalista. Specializzato in trasporto aereo e ferroviario, economia, agenzie di viaggi, tecnologia ed estero. Segue convention e fiere internazionali.

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