Mascherine, imbarco a scaglioni e niente test: le misure per volare in Europa

Mascherine, imbarco a scaglioni e niente test: le misure per volare in Europa
21 Maggio 10:44 2020 Stampa questo articolo

In volo è raccomandato (ma non obbligatori0) mantenere 1,5 metri di distanza tra i posti a sedere. In alternativa, se il distanziamento non può essere garantito “per i tassi di riempimento, la posizione dei sedili o altre restrizioni operative”, ci si deve affidare a all’uso di mascherine e di soluzioni disinfettanti. Sono queste alcune tra le linee guide approntate dall’Easa (Agenzia europea per la sicurezza aerea) e dall’Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) per regolare il ritorno ai viaggi in aereo nel Vecchio Continente dopo l’emergenza coronavirus.

Scartata quindi l’ipotesi del sedile vuoto che tanto aveva contrariato il numero uno di Ryanair, Michael O’Leary,  le due autorità europee in materia di salute e sicurezza hanno consentito di fatto un ritorno (quasi) alle modalità di viaggio pre-pandemia, se si eccettua la necessità di utilizzare dispositivi di sicurezza individuali, sia a bordo che in aeroporto. Al di là delle decisioni assunte a livello europeo, le autorità nazionali possono comunque imporre il loro volere, e quindi regole più restrittive, esattamente come accade in Italia, dove almeno fino al 3 giugno è previsto che la distanza interpersonale, sugli aerei, sia di almeno un metro.

Ma non è finita: da quando si entra in aeroporto, si legge nel documento di Easa e Ecdc, l’uso della mascherina è comunque reso obbligatorio, a meno che non si tratti di bambini di età inferiore ai 6 anni. Altra prescrizione, ogni quattro ore comunque il dispositivo di protezione dovrà essere cambiato. Solo per chi deve volare, inoltre è consentito l’accesso al terminal, dove viene poi misurata la temperatura corporea con l’uso del termoscanner (in Italia chi ha almeno 37,5° C viene lasciato a terra, per Easa ed Ecdc invece, il valore deve essere di almeno 38°C).

Inoltre, viene suggerita una autocertificazione che attesti il proprio stato di salute al momento del check in online. In particolare, coloro che provengono da uno Stato dell’Unione europea e sono diretti in un altro sempre della Ue, e che hanno già effettuato lo screening all’imbarco, non dovrebbero essere ricontrollati una volta arrivati a destinazione. Al fine di evitare rischi inutili, le compagnie aeree sono tenute a rimborsare o cambiare gratuitamente la prenotazione su presentazione di certificato medico che attesti che il soggetto non è in buone condizioni fisiche.

Secondo quanto riportato nel documento, infine, i test sierologici non sarebbero del tutto affidabili, in quanto vi sarebbero poche conoscenze scientifiche a riguardo. Mentre i cambiamenti riguarderanno anche le procedure di imbarco e sbarco dai velivoli. Prima potrebbero accedere i passeggeri dell’ultima fila e poi, via via, gli altri. Oppure prima quelli con posto a lato finestrino e subito dopo quelli al posto centrale, e per ultimi chi ha il sedile a lato corridoio.

I primi a scendere dall’aereo, invece, dovrebbero essere i soggetti più vicini alle porte, partendo dal corridoio, proseguendo con i posti centrali e terminando con i lati finestrino.

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Giorgio Maggi
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