Mice e viaggi d’affari, Italia sul podio della classifica Icca

Mice e viaggi d’affari, Italia sul podio della classifica Icca
25 Maggio 09:47 2023 Stampa questo articolo

L’Italia del turismo business scala le classifiche mondiali Icca (International Congress and Convention Association). Il nostro Paese è terzo a livello globale e secondo in Europa con oltre 520 meeting dopo la Spagna (528) e gli Usa (690), quest’ultimi saldi al primo posto.

Nel 2022 circa l’85% dei meeting si sono svolti in presenza, qualcosa come 9mila su un totale di oltre 10.500. Roma e Milano sono in quattordicesima e diciottesima posizione con 79 e 66 meeting rispettivi, mentre nel ranking europeo salgono entrambe di un gradino.

«Gli ottimi dati sulla ripresa dei viaggi d’affari sono una grande notizia perché oltre a far bene all’economia hanno un impatto positivo sull’ambiente, e supportano il comparto a favorire strategie di destagionalizzazione dei flussi turistici portando anche benefici per le economie locali perché aumentando la durata dei soggiorni e della spesa. Cresce la possibilità di conoscere meglio i territori, i prodotti tipici e le tradizioni, che sono i punti di forza del nostro made in Italy. Bene che Roma sia entrata nella top 20, ma dobbiamo fare di più, anche in città come Milano, Genova e Torino», dichiara il ministro del Turismo Daniela Santanchè.

SEMPRE PIÙ BLENDED

In continua crescita è la formula blended (affari + tempo libero). Secondo Skyscanner, un intervistato su sei è propenso ad accettare viaggi combinati: lavorare in vacanza è una scelta strategica in quanto si ha più tempo per stare a destinazione (55%) e risulta più economico volando in orari più tranquilli (51%). L’impulso, chiaramente, arriva dalle modalità di lavoro flessibile: le previsioni di Euromonitor dicono che la spesa mondiale dei viaggiatori che uniscono lavoro e tempo libero, stimata in 200 miliardi di dollari nel 2022, dovrebbe più che raddoppiare tra il 2021 e il 2027, passando da 150 miliardi di dollari a circa 360 miliardi.

Per i datori di lavoro, consentire al personale di abbinare viaggi di piacere a quelli di lavoro può comportare una maggiore soddisfazione dei dipendenti e ritenzione della forza lavoro. La crescita dei viaggi combinati potrebbe aver contribuito all’aumento della durata media complessiva del soggiorno dei viaggiatori. Nel 2019, la durata media di un viaggio di andata e ritorno prenotato su Trip.com è di 9 giorni, nel 2022 sale a circa 14 giorni; I dati di ForwardKeys mostrano una tendenza simile, con la durata media che passa da 11 giorni nel 2019 a 14 giorni nel 2022 (sulla base di arrivi da gennaio a dicembre scorsi).

«La popolarità dei viaggi combinati è visibile anche nei dati che riguardano il pagamento. Su Trip.Biz, i viaggiatori selezionano sempre più sia Personal Travel, per spese personali, che Mixed Payments, per integrare i budget aziendali con fondi personali. Nel 2022, le prenotazioni per i voli personali sono aumentate del +22% rispetto al 2021 e del +33% rispetto al pre-pandemia, con un andamento analogo per le prenotazioni di alloggi. Il numero di prenotazioni con “pagamento misto” è aumentato addirittura del +954%», ha commentato la presidente e ceo Enit Ivana Jelinic.

SOGGIORNI LUNGHI, SOSTENIBILITÀ E ITALIA

La quota dei soggiorni lunghi (una o più settimane) è passata dal 20% del 2019 al 26% nel 2022 con aumenti considerevoli in Asia-Pacifico e Nord America. Per trarre vantaggio dal crescente interesse verso i viaggi misti, diversi governi in tutto il mondo stanno introducendo visti specifici. E ancora, la sostenibilità: il 40% delle aziende italiane, ad esempio, è disponibile a spendere tra il 5 e il 10% in più per viaggi di lavoro sostenibili secondo Enit su indagine Deloitte.

«L’adozione di politiche sostenibili da parte delle aziende ha un impatto anche sulla gestione dei viaggi di lavoro e sembrerebbe incentivare scelte più green anche attraverso il pagamento di tariffe superiori per opzioni di vitto, alloggio e trasporto che non danneggiano l’ambiente e/o minimizzano le emissioni di CO₂», ha aggiunto Maria Elena Rossi, direttore marketing Enit.

Quanto al pieno recupero del volume di spesa del 2019, entro la fine del 2024 è atteso dal 71% delle aziende statunitensi e dal 68% delle aziende europee. Dopo la battuta d’arresto dovuta al Covid, il numero di viaggiatori internazionali in Italia per motivi di lavoro registra una ripresa già nel 2021 sul 2020 (+17,4%), per poi proseguire nel 2022 con una crescita del 23,6% in più sull’anno precedente. In totale, circa 13,4 milioni di turisti business provenienti dall’estero che tuttavia risultano ancora inferiori al 2019 nella misura del -14,1%.

I pernottamenti effettuati sono 45,6 milioni con un incremento del +38,8% sul 2021 e anche del +4,4% sul 2019. La spesa sostenuta dagli stranieri per i viaggi d’affari in Italia è di oltre 4,3 miliardi di euro nel 2021 e sale a 6,4 miliardi di euro nel 2022, in aumento del +47,4%. Gli introiti superano i livelli pre-pandemia del +10,4%.
Nel 2022 la quota parte della spesa per i viaggi d’affari in Italia sul totale degli introiti turistici internazionali è del 14,5%, leggermente superiore al risultato del 2019 (13,1%).

L'Autore