Miracolo low cost negli aeroporti del sud

23 Marzo 11:12 2017 Stampa questo articolo

Può bastare il confronto tra il traffico del 2001 e quello dello scorso anno per dare una misura del fenomeno: gli aeroporti italiani sono passati da 90 a 164 milioni di passeggeri, di cui circa 82 milioni provenienti dai voli low cost.

È chiaro come il boom dei collegamenti a basso costo targati Ryanair, easyJet e Vueling abbia fortemente contagiato l’evoluzione degli scali nostrani, in particolare quelli del sud, che da questo sviluppo stanno traendo linfa vitale per un flusso incoming di dimensioni sempre maggiori. A beneficiarne più degli altri, a oggi, sono destinazioni come la Puglia, la Campania e la Sicilia, che proprio nell’ultimo biennio hanno fatto registrare incrementi a doppia cifra da molti Paesi europei.

Secondo i dati ufficiali dell’Enac, il sud e le isole, con 306mila movimenti aerei annui e 39,6 milioni di passeggeri complessivi, totalizzano come macroarea oltre il 28% di quota-mercato. Inoltre, scorporando i dati generali, si scopre che sui quasi 40 milioni di passeggeri calcolati lo scorso anno negli scali meridionali, ben 23,8 milioni provengono dal traffico low cost. E siamo soltanto agli inizi di una nuova fortunata stagione per gli aeroporti del sud, in particolare per Napoli, Catania e Bari che hanno gettato le basi per una duratura crescita operativa.

Ci sono però due facce della stessa medaglia. Da un lato abbiamo esempi di nuova eccellenza aerea italiana, come quello rappresentato da Napoli che, dati Enac alla mano, è passato da 3,9 milioni di passeggeri del 2001 ai quasi 7 milioni dello scorso anno. Dall’altro, ci sono scali in controtendenza, come quello di Alghero che in una sola stagione, proprio quella 2016, ha perso il 20% del proprio traffico scendendo da 1,6 milioni di passeggeri a circa 1,3 milioni, a causa di importanti defezioni operative di vettori del calibro di Ryanair.

Ci sono poi scali decentrati ma strategici che lasciano ben sperare, soprattutto per presidiare mercati turistici di nicchia come ad esempio Trapani e Salerno, dove la compagnia aerea Aliblue Malta ha già deciso di allestire offerte aeree stagionali da e per Malta e Tirana. C’è poi l’altra eccellenza in termini di risultati operativi, quella ormai consolidata dell’aeroporto Fontanarossa di Catania, che lo scorso anno ha sfiorato gli 8 milioni di passeggeri, ponendosi sul podio degli scali del sud in quanto a performance.

E a ben vedere in termini di sistema aeroportuale integrato, Catania e Comiso con quasi 8,4 milioni di utenti nell’arco del 2016 sono al quarto posto in Italia, preceduti solo dal polo di Roma (Fiumicino e Ciampino con oltre 47,1 milioni di pax), da quello milanese e dal sistema Venezia-Treviso.

E dopo Catania e Comiso abbiamo un’altra virtuosa rete aeroportuale del sud, quella pugliese (Bari, Brindisi, Foggia e Taranto) con oltre 6,6 milioni di passeggeri. Proprio l’aeroporto di Bari Palese è quello ad avere fatto registrare , in termini assoluti, la crescita più vistosa in dieci anni, passando da 1,1 a 4,3 milioni di passeggeri, triplicando i suoi valori. Numeri ormai importanti – impensabili fino a tre o quattro anni fa – che la dicono lunga sulle potenzialità che, proprio grazie al decollo definitivo del business operativo delle low-cost, lasciano ben sperare per il futuro del meridione.

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Andrea Lovelock
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