Macchine indietro tutta. Preso atto dell’istruttoria avviata dall’Antitrust europeo, Msc ha deciso di rinunciare all’acquisizione di Moby, cedendo gratuitamente il 49% della compagnia all’attuale azionista di maggioranza, il gruppo Onorato. Msc rinuncerà anche al pegno sul restante 51%, già detenuto a garanzia del proprio credito.
Bruxelles, infatti, ha paventato possibili violazioni dell’articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, che regola gli accordi restrittivi della concorrenza, così il gruppo di Gianluigi Aponte ha preferito fare un passo indietro.
Per garantire la massima trasparenza nei collegamenti marittimi, l’Authority si era mossa nel novembre 2024 in merito alle “criticità concorrenziali nel settore del trasporto passeggeri”, temendo squilibri competitivi.
Il timore era che l’unione tra Msc – già attiva con Grandi navi veloci – e Moby potesse dare vita a un “coordinamento delle politiche commerciali” su rotte strategiche, come Genova-Porto Torres, Genova-Olbia, Civitavecchia-Olbia e Napoli-Palermo, con conseguente aumento dei prezzi per i consumer.
Moby tornerà così a essere indipendente, ma senza il supporto finanziario di Msc. Nel 2020, insieme a Cin – altra controllata dal gruppo Onorato – Moby aveva avviato una procedura di concordato, prevedendo un aumento di capitale da 150 milioni di euro e un finanziamento da 243 milioni, garantiti da Msc. Ora tutto decade.
L’uscita del Gruppo di Gianluigi Aponte costringerà la società a riorganizzare la propria struttura finanziaria, cercando nuovi partner o strategie di consolidamento.
Per quanto riguarda Msc, invece, entro fine anno, se necessario, cederà a un investitore terzo anche il credito residuo verso Moby, completando la propria uscita.



