Navi green, slitta la tassa sulle emissioni

Navi green, slitta la tassa sulle emissioni
21 Ottobre 11:35 2025

L’Organizzazione marittima internazionale (Imo) ha rinviato di un anno il voto sull’adozione di un piano globale volto a ridurre le emissioni di gas serra delle navi, a causa delle forti pressioni degli Stati Uniti. L’adozione di questo piano, che prevede l’imposizione di una tassa sulle emissioni, obbligherebbe le navi a ridurre progressivamente le loro emissioni a partire dal 2028, fino alla decarbonizzazione totale intorno al 2050. L’Arabia Saudita era stata la prima a proporre un rinvio del voto, mentre le trattative condotte dagli Stati Uniti per far fallire il piano hanno compreso anche la minaccia di sanzioni nei confronti dei Paesi favorevoli. Le pressioni dei due maggiori produttori di petrolio, alla fine, hanno avuto la meglio.

Venerdì 17 ottobre, 57 Paesi hanno votato a favore della mozione saudita per un rinvio, mentre 49 hanno votato per procedere con la votazione sull’accordo. Stati come Cina, Grecia, Cipro, Giappone e Corea del Sud, che avevano votato a favore del piano, lo scorso aprile, hanno deciso di astenersi o di votare a favore di un rinvio.

TRUMP CONTRO IL CLIMA

La decisione dell’Imo evidenzia gli sforzi dell’amministrazione Trump per ostacolare la diplomazia internazionale sul clima. Il rinvio segna una battuta d’arresto per le normative ambientali multilaterali in vista del vertice sul clima Cop30 del mese prossimo in Brasile, scrive Bloomberg. La scorsa settimana, i Paesi si erano riuniti presso la sede londinese dell’Organizzazione marittima internazionale per decidere se far pagare alle navi per il miliardo di tonnellate di gas serra e oltre che emettono ogni anno.

Gli addetti ai lavori si aspettavano in precedenza che le norme venissero approvate, nonostante le pressioni degli Stati Uniti. Sono in fase di elaborazione da anni e rappresenterebbero la prima tassa fissa globale sulle emissioni, progettata per raccogliere inizialmente oltre 10 miliardi di dollari all’anno. Sebbene il piano godesse di un chiaro sostegno internazionale ad aprile, la scorsa settimana ha iniziato a vacillare, con gli Stati Uniti che hanno aumentato la pressione, minacciando misure di vasta portata contro coloro che sostenevano le norme previste, per le quali il presidente Donald Trump giovedì si era detto «indignato».

IL FALLIMENTO UE

L’Unione europea non è riuscita a raccogliere abbastanza sostegno per far approvare la tassa. Gli Stati Uniti si sono fortemente opposti alle tasse sulle emissioni delle navi, definendole una “tassa globale sulle emissioni di carbonio” per gli americani e mettendo in guardia contro impatti economici “disastrosi”. «Questa è un’altra grande vittoria» per Trump, ha scritto il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, su X.

«La decisione di riprogrammare il voto dimostra chiaramente che la leadership europea nei negoziati internazionali sul clima non è sufficiente», ha affermato il viceministro polacco per il Clima, Krzysztof Bolesta. «Abbiamo bisogno che altri collaborino e non ce ne sono abbastanza».

L’International Chamber of Shipping, associazione internazionale che rappresenta oltre l’80% della flotta mondiale, si è detta delusa dal risultato e ha affermato che l’incertezza sul futuro del piano minaccia gli investimenti necessari per rendere il settore più pulito.

«La mancata adozione del quadro normativo da parte dell’Imo segna l’incapacità di questa agenzia delle Nazioni Unite di agire con decisione sui cambiamenti climatici», ha dichiarato Ralph Regenvanu, ministro per i Cambiamenti climatici di Vanuatu.

«Il rinvio lascia il settore marittimo alla deriva, nell’incertezza», ha affermato Faig Abbasov, direttore del settore marittimo presso il gruppo ambientalista Transport & Environment, all’agenzia Reuters.

L’Imo, agenzia delle Nazioni Unite che comprende 176 Paesi membri, è responsabile della regolamentazione della sicurezza del trasporto marittimo internazionale e della prevenzione dell’inquinamento.

Il trasporto marittimo globale è responsabile di quasi il 3% delle emissioni di anidride carbonica a livello mondiale. Circa il 90% del commercio mondiale avviene via mare e le emissioni sono destinate a salire notevolmente senza un meccanismo concordato.

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