Nodo trasporti in Sardegna, Pellecchia (Fit-Cisl): «Approfittare del Recovery Plan»

12 Marzo 15:19 2021 Stampa questo articolo

Il treno del Recovery Plan deve passare anche dalla Sardegna, da sempre penalizzata sul fronte dei trasporti. Una sollecitazione in tal senso arriva da Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, a valle dell’elezione della nuova segreteria locale.

«I trasporti – afferma – saranno l’asse portante della ripresa economica che l’Italia costruirà anche grazie ai fondi europei. La Sardegna, isola bellissima e dall’enorme potenziale economico, deve crederci: deve svilupparli a vantaggio della propria crescita economica e sociale, cogliendo ogni opportunità, anche quella del Pnrr».

E aggiunge: «Bisogna sciogliere i nodi irrisolti della continuità territoriale. I sardi hanno diritto a non essere penalizzati dall’insularità quando si tratta di spostamenti via mare o via aria, e allo stesso tempo i lavoratori vanno tutelati, altrimenti le aziende non durano, come l’esperienza ha più volte dimostrato. Pensiamo ad esempio ad Air Italy, che ha un grande valore non solo per la Sardegna ma per l’Italia intera: il ministero dello Sviluppo economico prenda in mano la situazione e si sieda al tavolo con noi per risolverla».

Quanto al porto Canale di Cagliari, continua il segretario generale della Fit-Cisl, «non ci stanchiamo di ribadire che la vertenza va trattata e risolta a livello nazionale perché è uno scalo di rilevanza nazionale, quindi gli interlocutori istituzionali devono essere anche il Mise e il ministero dei Trasporti. Chiediamo che venga costituita un’Agenzia per il lavoro come già fatto a Taranto e Gioia Tauro, in modo da tenere i lavoratori (che tra cigs e naspi non lavorano da settembre 2019) all’interno del recinto portuale, e un serio progetto di rilancio del porto, anche attraverso un partner strategico che però, diversamente dal passato, si dimostri adeguato alla sfida».

L’ultima sollecitazione va all’Anas che – auspica Pellecchia – «acceleri gli investimenti, per consentire più infrastrutture e una migliore manutenzione di quelle esistenti: la Sardegna ne ha estremo bisogno per crescere».

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